I Longobardi in Italia

Barba lunga oppure lancia lunga?

Alcuni popoli provenienti dalla Scandinavia erano chiamati Longobardi. Il nome ha due spiegazioni probabili: può derivare da Langbart, «lunga barba », o da Langbarte, «lunga lancia». Entrambe le spiegazioni potrebbero essere vere, perché dalle fonti risulta che i Longobardi non si rasavano e combattevano imbracciando lunghe lance. La loro società era organizzata in funzione della guerra, che combattevano con leggendaria crudeltà. Il gruppo più importante era composto da uomini liberi addestrati alle armi (chiamati arimanni). Gli arimanni formavano gruppi di famiglie, chiamati fare. Le fare si riunivano per eleggere il re, che era il loro condottiero in battaglia.

La lunga marcia dei Longobardi

Alla fine del V secolo i Longobardi lasciarono le terre del nord per scendere verso il fiume Danubio. Furono così coinvolti nei conflitti di quel periodo. L’imperatore d’Oriente, Giustiniano, li accolse come alleati e affidò loro l’incarico di sterminare una popolazione barbara, i Gepidi. In seguito, nel 568, l’imperatore d’Oriente li inviò in Italia a combattere contro i Goti. Ma, una volta in Italia, essi si ribellarono ai generali di Costantinopoli e proseguirono da soli nella conquista della penisola. Avanzarono in Veneto e in quella regione che da loro prese nome di Lombardia.

Re e duchi

Qui il loro condottiero, di nome Alboino, si proclamò re d’Italia. Quindi i Longobardi discesero fino al sud della penisola, dove fondarono una serie di ducati. I principali furono quelli di Spoleto e di Benevento. Il re risiedeva nella capitale, Pavia, circondato dai suoi ministri. Nelle città più importanti il potere era esercitato da un governatore locale, il duca, dal quale dipendevano a loro volta i gastaldi. Erano vice-governatori con sede nei centri minori della campagna.

I Longobardi e la Chiesa

I Longobardi che, come quasi tutti i germani, erano di religione ariana (una forma di cristianesimo non riconosciuta dalla Chiesa di Roma), temevano la potenza della Chiesa cattolica. Al tempo stesso volevano impossessarsi delle terre e dei beni che la Chiesa aveva accumulato, soprattutto con le donazioni dei fedeli. Verso la metà del VII secolo, i Longobardi si convertirono al cattolicesimo. Fu il re Agilulfo, spinto dalla moglie Teodolinda, a convertirsi per primo e poi a convincere il suo popolo a fare altrettanto. Fu così possibile raggiungere un accordo con la Chiesa di Roma: quest’ultima ottenne il possesso del territorio di Sutri, una località situata nel Lazio, a nord di Roma. Esso fu il primo nucleo del futuro Stato della Chiesa.

LEGGERE le CARTE

L’Italia divisa tra Longobardi e Bizantini

Nella cartina puoi osservare la situazione dell’Italia nel VII secolo.

I Longobardi occupano tutta l’Italia settentrionale e un territorio corrispondente all’incirca all’attuale Toscana. La loro capitale, residenza del re, è Pavia.

Nell’Italia centro-meridionale si sono formati due grandi ducati longobardi: quello di Spoleto e quello di Benevento.

I Bizantini mantengono il controllo di gran parte delle coste e delle due isole maggiori, la Sicilia e la Sardegna. I Longobardi, infatti, non possiedono navi e non commerciano via mare. Rimane in possesso dei Bizantini anche la città di Roma e il territorio circostante; la capitale bizantina è Ravenna.


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