L’eredità dei Longobardi

La lingua 
La lingua longobarda si estinse nel X secolo. Poiché i Longobardi non hanno lasciato nessun documento scritto, non sappiamo nulla riguardo la loro lingua. Resta soltanto la testimonianza di alcune parole tuttora in uso nella lingua italiana e che furono introdotte dai Longobardi. Sappiamo che sono longobardi i nomi di città terminanti in -engo (come Marengo e Martinengo) e altri nomi geografici come Lombardia, Romagnano, Guastalla. Nel lessico italiano sono rimaste parole come baruffa, palla, stamberga, panca e perfino… sterco! Anche nomi di persona, come Anselmo, Bernardo, Federico, Guido e Umberto, derivano dalla lingua longobarda.

Gli oggetti 
Dei Longobardi restano importanti documenti nelle tombe che sono state scoperte dagli archeologi in diverse parti d’Italia. I Longobardi costruivano grandi cimiteri (necropoli) dove seppellivano i morti. I defunti erano sepolti con i piedi e gli occhi rivolti a oriente, per ricordare i luoghi da cui i Longobardi erano emigrati. A fianco del cadavere era deposto un corredo funerario, formato da oggetti più o meno preziosi a seconda del ceto sociale del defunto. Vicino ai cadaveri degli uomini si sono trovate armi: spade a due tagli, frecce, scudi spesso decorati, asce. Anche le guarnizioni del suo cavallo erano deposte vicino al morto: speroni, fibbie, cinture. Nelle tombe femminili predominano utensili della casa, oggetti ornamentali, orecchini, anelli, forbici, pettini di ogni tipo e forma e, soprattutto, collane variopinte. Quando l’archeologo trova una piccola croce dorata, è certo di essere in presenza di un longobardo convertito al cristianesimo.

Le armi 
I Longobardi si servivano di diversi tipi di armi: la spada, la sciabola, lo scudo e la lancia. La spada era in ferro e a due tagli: poteva essere lunga da 60 cm a un metro, con impugnatura in cuoio. La sciabola era invece di dimensioni ridotte e a un solo taglio. Lo scudo circolare, di legno ricoperto in cuoio, aveva una cinghia che permetteva al cavaliere di tenerlo dietro la schiena quando cavalcava. La lancia era usata tanto da uomini a cavallo quanto dai fanti, che combattevano a piedi. Poteva essere lunga anche più di due metri. I guerrieri si muovevano con insegne e bandiere. Alcune di queste avevano raffigurazioni di animali considerati importanti nella cultura longobarda: tra questi la vipera. Durante le feste, i cavalieri al galoppo colpivano una pelle di vipera appesa a un gancio e poi se la dividevano e ne mangiavano un pezzo ciascuno.

Le opere d’arte 
Dopo la loro conversione al cattolicesimo, e grazie anche all’influenza della cultura romana, i Longobardi realizzarono in Italia opere d’arte di grande qualità. In particolare, costruirono chiese e le arricchirono di decorazioni molto belle. Le migliori testimonianze di arte longobarda si trovano in Italia settentrionale e, in particolare, in Lombardia e Friuli.

I Longobardi... OGGI

Autostrade e necropoli

L’Italia è un grande deposito di storia. Spesso la storia si è conservata sotto forma di oggetti rimasti a lungo nel sottosuolo. Così può capitare che lavori di scavo portino alla luce tesori immensi, come è accaduto nel 2009 nei cantieri di un’autostrada, la Asti-Cuneo. Le ruspe che scavavano portarono alla luce un giacimento archeologico eccezionale, la più grande necropoli longobarda mai rinvenuta in Italia: oltre 700 tombe con corredi funerari. I lavori per l’autostrada furono sospesi per poter recuperare il prezioso materiale, portato al laboratorio del Museo archeologico di Torino. La notizia fu tenuta segreta per due anni, per impedire eventuali furti.


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