La guerra dei Cent’anni e lo scisma d’Occidente

Una guerra interminabile

L’altro flagello dell’umanità era la guerra. E la guerra imperversò nel Trecento. All’inizio di quel secolo due erano le monarchie più potenti in Europa: l’Inghilterra e la Francia. Si fecero guerra tra loro per oltre cent’anni, dal 1337 al 1453. Non fu un combattimento ininterrotto, ma una serie di assedi, battaglie, movimenti di soldati, alternati a lunghe pause.

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Francia e Inghilterra all’inizio del XIV secolo
Una carta del 1330 presenta una realtà molto diversa da quella attuale. Se guardiamo la Francia, vediamo che tutta l’area a ovest, chiamata Aquitania, non era governata dai re di Francia, bensì dai re di Inghilterra. L’Aquitania era importante, in quanto era situata sull’oceano: perciò era un passaggio obbligato per le navi che facevano rotta dal Mediterraneo al nord Europa. Le Fiandre erano una zona molto ricca, grazie alla produzione di tessuti e ai commerci. Il controllo dell’Aquitania e delle Fiandre fu una delle ragioni che determinarono la guerra dei Cent’anni. L’area meridionale, ai confini del Mediterraneo, si chiama Linguadoca. Era stata teatro delle eresie del XIII secolo. La regione che si protendeva verso l’Italia era il Delfinato.

Una ragazza guida la riscossa della Francia

Nel 1337 il re francese Filippo VI decise di sottrarre l’Aquitania al re inglese Edoardo III. Questi contrattaccò, rivendicando per sé la corona francese. Fu l’inizio della lunga guerra. Nel 1415 gli inglesi vinsero la battaglia di Agincourt, nella Francia settentrionale, e il re d’Inghilterra Enrico V ottenne anche la corona di Francia. A questo punto entrò in scena Giovanna d’Arco. Era una ragazza francese, di famiglia contadina e analfabeta. Persuasa che i santi la esortassero a combattere e che solo lei avrebbe potuto salvare la Francia, abbandonò casa e famiglia. Osò presentarsi alla corte del re e ottenne l’autorizzazione a comandare l’esercito inviato a liberare dall’assedio la città di Orléans. Giovanna, che aveva diciassette anni, indossò abiti maschili, si tagliò i capelli e si nascose il viso con l’elmo. I soldati francesi ripresero la città e Carlo VII poté essere consacrato re.

Da eroina a strega

A quel punto i destini di Giovanna e quelli del re si divisero. Mentre Carlo incominciava a trattare con gli inglesi per porre fine alla guerra, Giovanna decise di proseguire la lotta fino alla vittoria finale. Al comando dei suoi uomini, marciò su Parigi. Sotto le mura della capitale fu però ferita e venduta agli inglesi, che la consegnarono a un vescovo. Questi la processò per eresia e stregoneria. Venne condannata a morte e arsa viva, a Rouen . Era il 1431 e Giovanna aveva diciannove anni.

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Balestra contro arco lungo
Vicino alla città di Crécy, nel nord della Francia, nell’estate del 1346 i due eserciti si affrontarono in un feroce combattimento.
Questa dettagliata miniatura del XIV secolo illustra la battaglia.
È una fonte interessante perché fa vedere bene le armi in dotazione ai due eserciti.

Questa è la bandiera dei francesi, con i gigli d’oro in campo blu 1 .
L’esercito inglese porta in battaglia la bandiera con il simbolo del suo re (i tre leoni d’oro in campo rosso) alternato ai gigli d’oro 2 , per rivendicare il diritto del re d’Inghilterra di regnare anche sulla Francia.
I soldati francesi in prima linea sono armati di balestre. La balestra 3 scaglia frecce in grado di perforare le corazze e può colpire fino a 400 metri di distanza.
Il punto debole della balestra è il tempo richiesto per la ricarica, molto più lungo rispetto all’arco inglese.
L’arma degli inglesi è un arco lungo 4 1 metro e 80 cm. Le sue frecce possono perforare un’armatura a 100 metri di distanza.

La fine della guerra

Intanto, anche per merito di Giovanna d’Arco, la guerra era ripresa e questa volta i francesi conseguirono importanti vittorie. Riconquistarono sia Parigi sia i territori, come l’Aquitania, che dipendevano dalla corona inglese. All’Inghilterra rimase solo più il porto di Calais, che si affaccia sul canale della Manica, proprio di fronte all’Inghilterra. Era il 1453. A oltre un secolo dall’ormai lontano 1337, la guerra dei Cent’anni era finita. I re di Francia riacquisirono l’antico prestigio e il controllo del territorio, ma il paese su cui regnavano si era impoverito a causa dei continui passaggi di truppe e delle tante battaglie combattute.

Il grande scisma d’Occidente

All’inizio del XIV secolo, la Chiesa entrò in conflitto con il re di Francia Filippo IV, detto Filippo il Bello. Il re obbligò il clero francese a pagare le tasse, cosa che in precedenza non faceva. Il papa Bonifacio VIII si oppose, ma Filippo inviò un esercito a Roma e fece imprigionare per qualche giorno lo stesso papa, nella residenza di Anagni, vicino a Roma. Alla morte di Bonifacio VIII (1304), Filippo fece eleggere un papa francese, il primo della storia, che prese il nome di Clemente V. In segno di gratitudine, il nuovo pontefice trasferì la sede pontificia da Roma ad Avignone, una città del sud della Francia. Lì fu costruito uno splendido palazzo, dove i papi rimasero fino al 1378. In quell’anno i cardinali riuniti per eleggere il nuovo papa litigarono aspramente senza trovare un accordo sul nome. Un gruppo di cardinali elesse un papa che riportò la sede a Roma. Un altro gruppo, invece, elesse un papa francese, che risiedeva ad Avignone. Questa situazione durò fino al 1418: fu il cosiddetto scisma (cioè «divisione, separazione») d’Occidente.

Il concilio di Costanza

Lo scisma d’Occidente creò malumore e suscitò critiche tra i fedeli: come si poteva credere in un’unica Chiesa quando c’erano due papi in due città diverse? Per riunificare la Chiesa, i vescovi si riunirono a Costanza, in Svizzera. Il concilio (assemblea dei vescovi) durò ben quattro anni, dal 1414 al 1418. Al termine deposero entrambi i papi in carica ed elessero Martino V. Fu così ristabilita l’unità della Chiesa. Al tempo stesso i vescovi tolsero al pontefice il potere infallibile e assoluto che aveva. Stabilirono infatti che i vescovi riuniti in concilio (e non il papa) erano gli unici custodi delle verità di fede.


Il palazzo dei papi di Avignone.

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