Il cristianesimo, religione dell’impero

L’organizzazione del cristianesimo

Come sai già, nel 313 d.C. l’imperatore Costantino concesse ai cristiani la libertà di culto. I cristiani erano ormai molto numerosi e si erano organizzati, dividendosi i compiti tra il clero e i semplici fedeli, chiamati laici. Il clero era diviso in sacerdoti e vescovi. I primi dicevano la messa, davano la comunione e impartivano il battesimo, mentre i vescovi nominavano i sacerdoti e si consideravano le guide spirituali dei cristiani. Ciascun vescovo svolgeva i propri compiti all’interno di un territorio denominato diocesi. Alcuni vescovi di diocesi più importanti erano chiamati patriarchi, un titolo che spettava ai più anziani e autorevoli tra loro.

Il papa, successore di Pietro

Al di sopra di laici, sacerdoti, vescovi e patriarchi vi era il papa. Il termine, derivato dal latino medievale pappus («nonno»), era usato per indicare il capo militare più anziano. Questo titolo passò nel linguaggio della Chiesa, che lo utilizzò per onorare i membri più anziani del clero. Solo verso il IX secolo la parola «papa» cominciò a indicare esclusivamente il pontefice, inteso come la massima autorità della Chiesa cristiana. Era considerato il successore dell’apostolo Pietro, secondo il messaggio di Gesù: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Alla fine del IV secolo il papa era nominato dal popolo e dai vescovi di Roma e la sua nomina doveva essere approvata dall’imperatore.

La Chiesa assume un ruolo politico

Dopo l’editto di Costantino del 313, la Chiesa si affermò anche come una forza politica. In altre parole, il clero e i vescovi si dedicarono sempre più a questioni concrete, come quella di amministrare terre e patrimoni avuti dagli imperatori. Gli imperatori del IV secolo, infatti, furono generosi con i cristiani, perché pensavano che essi avrebbero difeso l’unità dell’impero, minacciata dalle lotte interne e dagli attacchi dei popoli invasori (come hai visto nel capitolo 1). Perciò diedero in dono al clero terre e denari, accrescendo il potere dei vescovi. Nelle loro diocesi i vescovi svolgevano compiti importanti in ogni settore. Erano infatti anche giudici e autorità politiche.

Il cristianesimo, unica religione dell’impero

Nel IV secolo l’imperatore Teodosio capì che l’impero doveva essere compatto e pensò che l’unità religiosa fosse utile per realizzare l’unità politica di tutti i sudditi. Infatti uno stato che è diviso al suo interno è anche più debole nei confronti dei nemici esterni. Pertanto, nell’anno 380, con l’editto di Tessalonica (l’odierna Salonicco, in Grecia), Teodosio proclamò il cristianesimo unica religione ufficiale dell’impero.

LEGGERE le CARTE

Le prime comunità cristiane
La carta mostra la diffusione della religione cristiana nei territori dell’Impero romano, fino al IV secolo.
Solo in Britannia e nelle estreme regioni settentrionali dell’impero la presenza di cristiani, nel IV secolo, era ancora molto ridotta.
Roma fu una delle prime città della parte occidentale dell’impero in cui il cristianesimo si diffuse. In Roma aveva sede il papa.
Le regioni orientali dell’impero furono le prime in cui il cristianesimo penetrò. Esso fece seguaci in particolare nelle grandi città (Gerusalemme, Alessandria d’Egitto, Antiochia) e tra la popolazione più povera.

StoriaFacile 1
StoriaFacile 1