La grande paura dei turchi
I sovrani cattolici, con il papa in testa, erano preoccupati per l’avanzata turca, che diffondeva la religione islamica nelle terre conquistate. Inoltre i popoli europei che abitavano sulle rive del Mediterraneo, e che vivevano di pesca e di commerci marittimi, erano minacciati dai pirati musulmani . Essi partivano dai porti dell’Algeria e della Tunisia (due paesi del Nord Africa chiamati «stati barbareschi ») e, a bordo delle loro veloci navi, piombavano sulle coste dell’Italia, della Francia e della Spagna. Qui rubavano denaro, grano e animali. Inoltre facevano prigionieri uomini e donne, per poi venderli come schiavi.
Il governo dell’impero
Il governo turco, al contrario, era benvoluto dai popoli conquistati. Questo governo si basava su due princìpi: il dispotismo e l’autonomia. Dispotismo significa che il governo del sultano si svolgeva senza leggi e senza regole. Ogni decisione dipendeva in tutto e per tutto dalla sua volontà, che poteva esercitarsi anche con la violenza. Per esempio, un sultano poteva persino uccidere i familiari che aspiravano al trono. Tuttavia i territori più lontani dalla capitale, Istanbul, ottennero l’autonomia: le autorità del posto potevano governare secondo la loro volontà, purché versassero al sultano una quantità stabilita di tasse. I turchi non imponevano la conversione all’islàm: i popoli conquistati potevano conservare la loro fede religiosa, purché pagassero una tassa al sultano.
Da Cipro a Lepanto
Nel 1570, da poco succeduto a Solimano, Selim II pensò di essere in grado di imporre il dominio turco su tutto il Mediterraneo orientale. Per questo, tra il 1570 e il 1571, cinse d’assedio l’isola più importante tra i domini veneziani: la ricchissima Cipro. Come hai visto nel precedente capitolo, il pontefice Pio V riuscì a promuovere la costituzione di una Lega santa, di cui facevano parte Venezia, Genova, il ducato di Savoia e la Spagna. A Lepanto la flotta cristiana sconfisse quella turca (1571). Pochi anni dopo, tuttavia, gli ottomani tornarono a dominare il Mediterraneo orientale, devastando regolarmente le coste della Sicilia e dell’Italia meridionale.
L’arrivo di ambasciatori cristiani in una città dell’Impero ottomano (dipinto di Gentile Bellini, XV secolo).