Per quanto riguarda la popolazione e l’economia, il Settecento ci porta vicino alla realtà contemporanea, quella in cui viviamo. Basta osservare la popolazione europea, che cominciò a crescere a un ritmo intenso come mai si era visto in passato. E tale crescita non si arresterà sino alla fine del Novecento. Anche l’economia si sviluppò a livelli mai raggiunti nel passato. Nelle campagne si sperimentarono nuovi sistemi di coltivazione. In alcune città sorsero le prime fabbriche, destinate a modificare radicalmente la vita degli uomini.
Città grandi (ma sporche)
Nel corso del XVIII secolo le città richiamarono molta popolazione. A Londra, ricostruita dopo l’incendio del 1666, la popolazione raggiunse il milione di abitanti. La seguivano Parigi, con 600 000 abitanti, Napoli con 400 000, Lisbona con 350 000. Tuttavia la vita in città non era affatto semplice. Le strade non erano lastricate, o erano lastricate assai male. Perciò si riempivano di fango a ogni pioggia. Non esistevano fognature: le acque di scarico delle case scorrevano in fossati maleodoranti in mezzo alle strade. Le condizioni igieniche erano pessime: sporcizia dappertutto, escrementi lasciati in strada per giorni, carogne di cani e gatti, puzzo asfissiante. Chi se lo poteva permettere si muoveva in carrozza, ma questo creava ulteriori complicazioni ai pedoni, i quali dovevano badare a non farsi travolgere. Le vie di Londra migliorarono dopo la promulgazione di una legge che impose la pavimentazione e la costruzione dei marciapiedi per i pedoni.
Migliora la qualità della vita
Migliorare la qualità della vita divenne un punto importante dei progetti di riforma dei sovrani del Settecento. Le città furono liberate dai luoghi sospettati di essere fonte di epidemie, come i macelli, i cimiteri nelle chiese, le concerie: tutte queste attività furono spostate all’esterno della città. L’illuminazione pubblica cambiò la vita delle capitali. Milano fu tra le prime grandi città europee ad avere lampioni a olio agli angoli delle strade principali. Intanto si diffuse il concetto di «edificio pubblico». Sorsero scuole, università, biblioteche, musei, e si aprirono piazze situate di fronte a essi. Inoltre furono inaugurati i primi giardini pubblici, luoghi di passeggio e di conversazione.L’ILLUMINAZIONE DELLE STRADE
Generalmente scarsa, l’illuminazione pubblica migliorò col passare del tempo. Ancora una volta Londra fu all’avanguardia. Si racconta che nel 1780 il principe di Monaco, arrivato di sera nella capitale inglese, scambiò la normale illuminazione delle vie per una luminaria in suo onore. A Parigi furono a lungo in uso candele sistemate dentro a lanterne sulle facciate delle case. Luce ne mandavano poca, fumo invece tanto; inoltre si spegnevano facilmente. Nella seconda metà del secolo furono introdotte lampade a olio appese nel mezzo delle strade. Erano poste a un’altezza ritenuta sufficiente a ripararle dalle sassate: fracassare le lampade, infatti, era una forma di vandalismo molto diffusa.
Progressi nelle campagne
La società d’Antico Regime continuava a essere basata sulla prevalenza dell’agricoltura. Ciò significa che buona parte degli europei (circa 80 su 100) viveva del lavoro dei campi e che la fonte principale della ricchezza era l’agricoltura. Nelle campagne restavano sempre uguali le antiche consuetudini. Tuttavia si avvertivano segnali di cambiamento in diverse aree: in Inghilterra, in Olanda, nella Pianura padana. Un fattore di progresso riguardava le tecniche di coltivazione. In diverse campagne si adottò una rapida rotazione delle piante con l’abolizione o la riduzione del maggese (cioè del periodo in cui il terreno è lasciato incolto). Si cominciò a seminare trifoglio, erba medica o legumi, tutte piante che hanno la proprietà di arricchire il suolo di sali minerali. Al tempo stesso aumentarono i capi di bestiame allevati in moderni poderi. Dai bovini si ricavavano concime per i campi, latte, formaggi e carne.