L’età di Napoleone

I primi anni di governo

Dopo aver preso il potere con il colpo di stato del 1799, Napoleone si presentò come l’uomo capace di riportare stabilità e ordine in Francia. Nei primi anni del suo governo fece scelte politiche coerenti con alcuni princìpi rivoluzionari: ad esempio, confermò la libertà religiosa e diede sviluppo alla scuola pubblica. Si impegnò però anche a mantenere un forte controllo dello stato su tutto il paese: il territorio della Francia fu diviso in dipartimenti, a capo dei quali furono posti i prefetti. Erano dipendenti statali che potevano stabilire le tasse, aprire scuole e ospedali, controllare le persone per impedire che vi fossero oppositori a Napoleone. Si occupò poi di riordinare e rimodernare le leggi: nel 1804 entrò in vigore il «Codice Napoleone». Era una raccolta di leggi che stabiliva l’eguaglianza di tutti i francesi di fronte alla legge e proteggeva la proprietà privata e i diritti individuali. Il Codice introdusse regole nuove in materia di famiglia, come il matrimonio civile e il divorzio.

Una formidabile macchina da guerra

Per Napoleone, oltre all’approvazione dei francesi, fu importantissimo l’appoggio dell’esercito. Le truppe francesi diventarono un’efficientissima macchina da guerra, formata da uomini che combattevano con spirito rivoluzionario e con un’organizzazione quasi perfetta. Fu il primo esercito nazionale di massa della storia. Ciò significa che i soldati venivano reclutati con la leva obbligatoria e inquadrati in un’organizzazione guidata da un corpo specializzato di ufficiali.

«Sorvegliate tutti, tranne me!»

Dal 1804 Napoleone si allontanò dalle idee di libertà e di democrazia che avevano ispirato la Rivoluzione francese. Accentrò sempre più il potere nelle sue mani, fino a farsi proclamare imperatore (2 dicembre 1804). Limitò la libertà di stampa con una legge che consentiva la pubblicazione di un solo giornale per ogni dipartimento. E questo giornale doveva essere autorizzato e controllato dal prefetto. Diede inoltre maggiori poteri alla polizia, che sorvegliava i cittadini stranieri, apriva le lettere dei privati e faceva perquisizioni nelle case dei francesi per verificare che non ci fossero oppositori a Napoleone. Ogni giorno il capo della polizia, il potente Fouché, preparava un rapporto con informazioni riservate per Napoleone. In tal modo eseguiva l’ordine che lo stesso Napoleone gli aveva dato: «Sorvegliate tutti, tranne me!».

Alla conquista dell’Europa

Dopo l’autoincoronazione imperiale, Napoleone si dedicò alla politica estera, cioè alla guerra, sia di difesa dalle potenze europee alleate tra loro contro la Francia, sia di attacco su tutti i fronti possibili. A causa delle continue guerre, dal 1800 al 1815, ci furono soltanto 25 mesi di pace. Proprio la guerra fu la vera forza dell’impero di Napoleone. Sui campi di battaglia egli conquistò la fama di geniale condottiero, quasi invincibile (conquistò 40 vittorie sui campi di battaglia). Grazie alle guerre, la Francia napoleonica riuscì a conquistare vasti territori. Guarda la cartina di pagina 306: nel 1812, anno della sua massima potenza, il dominio di Napoleone si estendeva su buona parte dell’Europa. In alcuni paesi, Napoleone mise al governo suoi parenti. In Italia creò un regno (che comprendeva all’incirca Lombardia, Veneto, Emilia, Romagna e Marche) governato dal figliastro, Eugenio di Beauharnais. Nel 1808 il fratello Giuseppe Bonaparte fu mandato a governare la Spagna. Nel Regno di Napoli salì al trono il cognato di Napoleone, Gioacchino Murat. Nel 1809 Napoleone costrinse all’esilio papa Pio VII e stabilì l’annessione alla Francia dello Stato pontificio.


Napoleone alla battaglia di Austerlitz (dipinto dell’artista francese François Gérard,1805).

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L’incoronazione imperiale
Un celebre dipinto del pittore Jacques-Louis David raffigura l’incoronazione imperiale di Napoleone. La scena si svolge nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi.
1 Napoleone si autoincorona, cioè prende la corona e se la mette sul capo.
2 Il papa Pio VII assiste alla cerimonia come spettatore, senza recitare un ruolo attivo. Ciò significa che la Chiesa esercita un potere inferiore a quello dell’imperatore dei francesi.
3 Napoleone incorona anche la moglie, Giuseppina Beauharnais.
4 Sulla sinistra ci sono i familiari dell’imperatore. Sulla destra ci sono i militari 5 (vestiti come antichi soldati romani): questo dettaglio sottolinea l’importanza che l’appoggio dell’esercito aveva per Napoleone.
6 Tra il pubblico che assiste alla cerimonia, è nascosto anche l’autore del quadro, Jacques-Louis David, che volle inserire un proprio autoritratto nel dipinto.

La Spagna si ribella

Nel 1812 l’impero di Napoleone era al massimo della sua potenza: almeno metà dell’Europa era sotto il suo controllo. Resistevano l’Austria, la Russia e l’Inghilterra. I trionfi, però, non potevano nascondere le prime gravi difficoltà, a partire dalla situazione della Spagna. Qui l’occupazione militare francese scatenò una guerriglia degli spagnoli, aiutati dalla Gran Bretagna. Questa, per la potenza della sua flotta, rappresentava il più pericoloso nemico di Napoleone in Europa.

Il crollo dell’impero

Napoleone fu vittima della sua stessa ambizione di grandezza. Nel 1812 concepì e attuò un gigantesco piano di invasione della Russia, per il quale mobilitò un esercito di 700 000 uomini. La campagna di Russia si risolse però in una disfatta: oltre 500 000 soldati morirono di freddo e fame . Era il momento tanto atteso dai suoi nemici per sferrare l’attacco risolutivo contro la Francia. Napoleone fu sconfitto a Lipsia (in Germania) nell’ottobre del 1813. L’esercito francese non fu in grado di fermare l’avanzata delle truppe di Austria, Russia, Prussia e Gran Bretagna. Parigi fu occupata dai russi e dai prussiani nel marzo del 1814. Napoleone abdicò e si consegnò ai nemici. Fu inviato in esilio all’isola d’Elba e in Francia fu restaurata la monarchia. Divenne re Luigi XVIII, fratello del Luigi XVI ghigliottinato dai rivoluzionari ventuno anni prima.

I cento giorni

Ma l’avventura di Napoleone non era ancora finita. Nel febbraio del 1815 fuggì dall’esilio all’Elba, fece ritorno in Francia e chiamò a raccolta l’esercito che ancora gli era fedele. Quel ritorno al potere durò cento giorni. A Waterloo, una cittadina nei pressi di Bruxelles, in Belgio, il generale combatté l’ultima battaglia contro le truppe inglesi e prussiane. Fu sconfitto, e questa volta per sempre. Napoleone morì nel 1821 in esilio a Sant’Elena, una sperduta isola nel sud dell’Africa, dove era tenuto sotto stretta sorveglianza inglese.

I capolavori saccheggiati

Napoleone aveva attuato un sistematico saccheggio delle opere d’arte dei popoli conquistati. Aveva trasferito a Parigi centinaia di quadri, statue, arazzi, gioielli, presi nei principali musei, in particolare in Italia. Le opere artistiche furono conteggiate come contributi per le spese di guerra che i vinti dovevano pagare al vincitore. Per l’Italia l’elenco è lungo, con capolavori del Rinascimento, oggetti preziosi di incommensurabile valore, quadri, statue, libri rari. Dopo la disfatta di Waterloo, un accordo internazionale consentì la restituzione di almeno una parte delle opere trafugate da Napoleone. Altre invece rimasero in Francia, principalmente al Museo del Louvre di Parigi, dove sono tuttora esposte.

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