I Maya

L’America prima dell'America

È esistita un'America prima dell'America. Che cosa significa questo gioco di parole? Significa che nel continente che noi oggi chiamiamo America si svolse per millenni la storia di popoli che non ebbero nessun contatto con l'Europa. Mentre in Europa si succedevano la civiltà degli antichi Greci, l'Impero romano, il feudalesimo, i comuni e le signorie, al di là dell'oceano Atlantico un grande continente viveva una storia separata. Gli europei non sospettavano neppure che ci fosse. Ma all'improvviso scoprirono milioni di persone le cui vite erano diverse dalle loro. L'incontro con quei popoli avvenne alla fine del Quattrocento, dopo il viaggio che nel 1492 portò un navigatore italiano, Cristoforo Colombo, a sbarcare sulle isole dei Caraibi. Pochi anni dopo quel continente fu chiamato America e da allora in poi la storia degli americani fu collegata a quella degli europei.

Prima di Colombo

Prima di esporre come e perché avvenne quell’incontro, vediamo chi erano e come vivevano le popolazioni che abitavano nel continente americano. Se osservi una carta geografica, vedi che l’America è formata da due grandi superfici collegate tra loro da una striscia di territorio. Ciascuna di queste parti è chiamata con un nome specifico: America settentrionale, America meridionale e, in mezzo, America centrale (detta anche Mesoamerica). Sono definizioni che hanno un significato storico, oltre che geografico. Nell’America centrale e in quella meridionale, infatti, vivevano popolazioni appartenenti ad antiche civiltà. Avevano fondato città, costruito strade, palazzi e templi grandiosi. Alcuni popoli sapevano scrivere e fare calcoli matematici; usavano il calendario per misurare il tempo e producevano oggetti d’oro e d’argento. Erano governati da re o imperatori.

La civiltà dei Maya

La più antica delle civiltà americane era quella dei Maya, presente nell’America centrale, e precisamente nella penisola dello Yucatan e nell’attuale Guatemala. La civiltà dei Maya ha origini antichissime, ma solo verso il 300 a.C. furono fondate le prime vere città. L’economia dei Maya si basava principalmente sul commercio e sull’agricoltura, favorita da un buon sistema d’irrigazione. Il prodotto più coltivato era il mais, accompagnato da cotone, fagioli, cacao e zucche. Come monete venivano utilizzati campanelli di rame e chicchi di cacao.

Tra religione e scienza

I Maya possedevano conoscenze approfondite nel campo della matematica e dell’astronomia, che studiavano a scopo religioso. Con queste conoscenze cercavano infatti di controllare le energie emanate dagli astri, considerati divinità. Figure sociali di grande potere erano i sacerdoti-astronomi, i quali osservando le stelle interpretavano la volontà degli dèi.
I Maya elaborarono un metodo di scrittura con cui raccontarono la loro storia e descrissero la loro religione. Lo fecero con iscrizioni scolpite su lastre di pietra o dipinte sulle pareti dei palazzi e delle case.

CHICHÉN ITZÁ, LA CITTÀ SACRA DEI MAYA

Lo splendore della civiltà dei Maya è visibile nei vari luoghi dove gli archeologi hanno riportato alla luce le città e i templi. Il sito archeologico di Chichén Itzá mostra la grandezza dell’architettura maya. La città conserva il Tempio dei guerrieri, una piramide di quattro piani decorata con bassorilievi di uomini e animali che divorano cuori umani. Spettacolari sono anche il Tempio dei giaguari, affrescato con scene di guerra, e il Tempio dei teschi, anch’esso testimonianza della natura guerriera dei Maya.
Una grande piramide sormontava la città. Sulla scalinata del lato settentrionale a ogni equinozio (il 21 marzo, al tramonto) si manifestava sempre lo stesso fenomeno. Un gioco di luci e ombre disegnava il corpo di un serpente piumato, simbolo del dio Kukulkán che, scendendo sulla Terra, indicava ai sacerdoti il tempo della semina.
I Maya offrivano sacrifici umani ai loro dèi. Queste cerimonie cruente si svolgevano in un grande pozzo (60 metri di diametro), nel quale veniva adorato il dio della pioggia.

Il serpente piumato, che i Maya chiamavano Kukulkán.

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