La riforma di Lutero

La Chiesa e i suoi poteri 

Per capire l'argomento che stiamo per esporre, bisogna ricordare che nel Medioevo, e anche all'inizio dell'età moderna, la religione aveva uno spazio importante nella vita degli uomini. A quei tempi le cerimonie religiose erano frequentate da tutta la popolazione; gli uomini di cultura e gli insegnanti delle scuole erano in prevalenza sacerdoti e monaci; i pittori raffiguravano di preferenza episodi della vita dei santi, della Madonna e di Cristo. La Chiesa non si occupava solo di questioni religiose, ma partecipava da protagonista alle vicende politiche dell'Europa. Aveva inoltre accumulato enormi ricchezze, costituite da edifici per il culto, conventi e monasteri, terre, oggetti preziosi, denaro.

Il disagio dei cattolici 

Molti cardinali e vescovi trascuravano però i loro doveri religiosi, e si preoccupavano soltanto di accumulare ricchezze e potere. Alcuni vescovi non erano neppure presenti nelle loro diocesi. Altri «comperavano» la carica di vescovo, versando alla Chiesa di Roma grosse somme di denaro.

I papi, più che di religione, si occupavano di politica e di accrescere il potere e la ricchezza delle loro famiglie. 

Anche tra i sacerdoti l'immoralità era diffusa. Parroci ignoranti, incapaci di leggere e scrivere, dediti alla caccia, al bere e al gioco: questa immagine del clero emergeva durante le ispezioni condotte dai vescovi nelle parrocchie. 

Nel mondo cattolico cresceva perciò il malcontento verso la Chiesa. 

II lusso della corte papale a Roma e la corruzione del clero contrastavano con il messaggio di povertà del Vangelo. Indignati da questa situazione, alcuni cattolici invocavano un cambiamento: papi, cardinali, vescovi, frati e preti dovevano tornare a essere le guide dei fedeli attraverso l'esempio di una vita semplice e autenticamente religiosa. 


Germania inquieta

All'inizio del Cinquecento la Germania era il paese dove era maggiore il desiderio di rinnovamento della Chiesa. Il malcontento dei tedeschi crebbe quando papa Leone X (1513-1521) organizzò una vendita di indulgenze allo scopo di procurarsi il denaro per completare i lavori della basilica di San Pietro a Roma. La vendita delle indulgenze fu affidata a un frate domenicano, di nome Tetzel. In cambio del denaro versato dai fedeli in occasione di cerimonie religiose, i preti concedevano le indulgenze. Si trattava di certificati nei quali era scritto che Dio avrebbe ridotto o annullato le pene che le anime dei morti dovevano scontare in Purgatorio. L'iniziativa di Leone X suscitò le proteste di molti tedeschi, che la giudicarono un furto ai danni della Germania. In questo clima di malumore, trovò ascolto la predicazione di un monaco tedesco: Martin Lutero.


Lutero, il riformatore

Martin Lutero nacque nel 1483 in Sassonia, una regione del nord della Germania. Il padre, un semplice minatore, era riuscito a guadagnare abbastanza da consentire al figlio di studiare all'università. Lutero si fece monaco e ottenne un posto di insegnante nell'università di Wittenberg. Nel corso di un viaggio a Roma, rimase turbato dalla corruzione e dal lusso in cui viveva il clero romano. Indignato per questo spettacolo, pensò che il papa e la Chiesa di Roma fossero incapaci di dare una risposta convincente alla domanda cruciale che si pone ogni sincero credente: come si raggiunge la salvezza eterna?


La salvezza per mezzo della fede

La Chiesa sosteneva che, per andare in Paradiso, bisognava seguire tutto ciò che papi, vescovi e preti dicevano. Lutero ribatteva invece che il cristiano poteva salvarsi esclusivamente per mezzo della fede in Dio. Solo la grazia, liberamente concessa da Dio a chi crede in lui, può salvare gli uomini dal peccato, e dunque dall'Inferno.Tra il 1515 e il 1517 Lutero approfondì le sue riflessioni sino a proporre idee che contrastavano totalmente con gli insegnamenti della Chiesa. Egli sostenne che i sacerdoti sono inutili: per comunicare con Dio sono sufficienti la lettura della Bibbia, la meditazione su di essa e la preghiera. Tutte le cerimonie, come le processioni, le messe, i digiuni, i pellegrinaggi (e tanto meno le indulgenze), non servono a conseguire la salvezza eterna.

INDULGENZE E PURGATORIO

Secondo il frate Tetzel, era possibile a un fedele acquistare l’indulgenza con un’offerta in danaro, anche senza pentirsi dei propri peccati (un’idea riassunta nella frase «appena una moneta gettata nella cassetta delle elemosine tintinna, un’anima se ne vola via dal Purgatorio»).
Il Purgatorio consiste in un periodo in cui le anime dei defunti vengono purificate dai peccati. Al termine del periodo di Purgatorio, l’anima sale in Paradiso. La dottrina del Purgatorio, di cui non v’è traccia sicura nei Vangeli, fu creata nel Medioevo. Fu definita dal Concilio di Lione del 1274 e poi ribadita dal Concilio di Trento nel 1563.

Ogni cristiano è sacerdote di se stesso

Attraverso tali affermazioni, Lutero definì la dottrina del libero esame. Ciò significa che ciascun fedele è in grado di leggere e di capire le Sacre Scritture in base alla sua coscienza, senza che i sacerdoti le interpretino. Lutero sostenne che:
• ogni fedele può comunicare direttamente con Dio e non occorrono i sacerdoti a fare da interpreti della volontà divina;
• i sacramenti, a eccezione del battesimo e dell’eucarestia (gli unici due di cui c’è testimonianza certa nel Vangelo), non hanno alcun significato;
• il culto dei santi e della Madonna, inventato nel Medioevo, deve essere abolito.

Le 95 tesi

Nel 1517 Lutero appese alla porta della chiesa di Wittenberg un foglio dove erano riassunte le sue idee. Quel testo (scritto in latino, la lingua parlata nelle università) è conosciuto come «le 95 tesi» (ossia dichiarazioni). Le tesi più rivoluzionarie erano quelle in cui Lutero protestava contro le indulgenze e metteva in discussione l’autorità del pontefice. In questo modo fece un atto pubblico di ribellione all’autorità della Chiesa. La traduzione in tedesco delle 95 tesi favorì la diffusione del suo messaggio. Stampate nella lingua che poteva essere letta dagli abitanti della Germania, esse ebbero un’ampia circolazione, fecero discutere e procurarono a Lutero i primi seguaci.

Lutero, il ribelle

Nel 1520 il papa Leone X scomunicò Lutero come eretico. Questi accettò la sfida: invece di riconoscersi colpevole, scrisse altri testi in cui ribadiva le sue idee e invitò la nobiltà tedesca a ribellarsi alla Chiesa.
Nel 1521 Lutero fu chiamato dall’imperatore Carlo V alla dieta che si riuniva nella città tedesca di Worms, perché rinnegasse le sue tesi. Altrimenti lo avrebbe consegnato alle autorità ecclesiastiche perché lo processassero come eretico.
Portato di fronte all’imperatore, Lutero confermò le sue idee. Poté contare sulla protezione del principe Federico di Sassonia, che lo ospitò in un castello al riparo dai soldati dell’imperatore. Una parte dei tedeschi seguì Lutero e si allontanò dal cattolicesimo per dare vita a una nuova Chiesa, dove non vi era più posto per il papa, per i cardinali e per i riti imposti da Roma. Questa trasformazione è chiamata Riforma protestante.

StoriaFacile 2
StoriaFacile 2