La risposta cattolica

Cattolici contro la Riforma

Mentre una parte dei cattolici cercava il confronto delle idee con i protestanti , un altro settore scelse una linea opposta. Gli intransigenti difensori della tradizione cattolica condannarono Lutero come un figlio di Satana (cioè del diavolo). Condannarono anche quei cattolici che desideravano la riforma morale e spirituale della Chiesa. Alla metà del Cinquecento questo gruppo prevalse e riuscì a convincere i papi a prendere misure repressive. Papa Paolo III, nel 1542, riorganizzò il tribunale dell’Inquisizione, l’antica struttura a cui erano affidate la ricerca e condanna degli eretici. Egli fondò a Roma la Congregazione del Sant’Uffizio. Era una commissione di cardinali incaricata di dirigere i tribunali dell’Inquisizione presenti nei vari paesi.

Si accendono i roghi

I tribunali dell’Inquisizione agivano segretamente. Chi era sospettato di eresia veniva arrestato e tenuto in carcere. Qui lo attendevano lunghi interrogatori e torture, metodi considerati allora normali per estorcere la confessione. Sotto tortura l’accusato spesso finiva per ammettere le colpe, vere o false che fossero. A quel punto era portato davanti ai giudici. Se riconosciuto colpevole di eresia, doveva fare un atto di pentimento e di rinuncia alle sue idee (abiura). Questo gesto poteva salvargli la vita. A chi non abiurava era quasi sempre inflitta la pena di morte, tramite decapitazione o impiccagione, cui seguiva il rogo del corpo su una pubblica piazza, perché fosse di esempio. I tribunali dell’Inquisizione, funzionanti in quasi tutti gli stati italiani, non giudicarono solo i crimini di eresia, ma anche tanti altri reati, come la bestemmia, l’immoralità, i delitti sessuali, soprattutto se commessi da sacerdoti.

Reprimere e riformare

Due erano gli obiettivi dell’Inquisizione. Il primo, e principale, era di sconfiggere i cattolici dissidenti. In pochi decenni quei fedeli che avevano manifestato attenzione per le idee protestanti furono o imprigionati o costretti a lasciare i loro stati. Furono processati anche vescovi e cardinali, sospettati di volere un rinnovamento religioso. Il secondo obiettivo era di mettere ordine nel mondo cattolico. Ciò significava migliorare lo stile di vita dei preti, innanzi tutto, e controllare che fossero preparati al loro compito sul piano morale e culturale.

GLOSSARIO

Intransigente
Chi non accetta compromessi e, quindi, non è disposto ad accordi con le persone che hanno idee diverse dalle proprie.

Gli ebrei

In questo clima, gli ebrei videro peggiorare le loro condizioni di vita. Nel 1492 furono cacciati dalla Spagna e, in seguito, anche dal Portogallo. I papi, che un tempo li avevano protetti, cambiarono atteggiamento e cercarono in ogni modo di convertirli al cattolicesimo. Il papa Pio V fu il più accanito avversario degli ebrei. Nel 1569 li mise di fronte all’alternativa: o convertirsi al cattolicesimo o venire espulsi dallo Stato della Chiesa (con l’eccezione di Roma e Ancona). Ordinò che fossero bruciati i libri sacri della religione ebraica. Impose agli ebrei rimasti a Roma e ad Ancona di vivere nei ghetti, una parte della città riservata a loro . Li costrinse a portare una stella gialla sull’abito per essere identificati e ad ascoltare le prediche dei frati mandati a convertirli. Il papa ritenne giusto che alcuni bambini ebrei fossero strappati alle famiglie, chiusi in un collegio cattolico e convertiti a forza.

Un gruppo di uomini armati cerca di entrare con la forza nella casa di una famiglia ebrea (dettaglio del dipinto Miracolo dell’ostia profanata di Paolo Uccello, XV secolo).

L’Indice dei libri proibiti

Un importante strumento di controllo dei cattolici fu l’Indice dei libri proibiti. Un gruppo di cardinali nominati dal pontefice doveva elencare i libri che sostenevano teorie protestanti o idee di rinnovamento della Chiesa. Tali libri andavano proibiti con ogni mezzo, compreso il rogo delle copie stampate. Furono proibiti non solo i libri di carattere religioso, ma anche altri di scienza, letteratura, storia, per il solo fatto che potevano aprire le menti a una libera riflessione. Lo stesso libro sacro, cioè la Bibbia, fu vietato nelle sue traduzioni in lingua italiana, francese e tedesca. I cardinali temevano che la lettura diretta della Bibbia potesse convincere i cattolici che aveva ragione Lutero. L’insieme di questi provvedimenti, presi dalla Chiesa per difendere la propria dottrina e la propria organizzazione, fu chiamato Controriforma.

Il Concilio di Trento

Il Concilio è un’assemblea dei vescovi, convocata dal papa con lo scopo di discutere in materia di fede, di culti e di organizzazione della Chiesa. Di fronte alla divisione religiosa dell’Europa, diversi capi politici, come l’imperatore Carlo V, chiesero al papa di convocare un Concilio. Il papa Paolo III si decise a convocarlo nell’anno 1545; il luogo scelto fu Trento. Le riunioni del Concilio, più volte interrotte, si conclusero nel 1563. I vescovi cattolici negarono qualsiasi possibilità di accordo con i protestanti. Confermarono come valori indiscutibili tutti i punti che i protestanti avevano criticato: la supremazia del papa in materia di fede, il culto dei santi e della Vergine Maria, i sette sacramenti, il celibato dei sacerdoti e tutte le tradizioni del cattolicesimo.

Il rinnovamento e la disciplina

La risposta della Chiesa cattolica alla Riforma protestante non si limitò tuttavia a restaurare i poteri del papa e dei vescovi. Tentò anche un’opera di rinnovamento. Furono istituiti i seminari, ossia scuole per la formazione dei sacerdoti, allo scopo di istruirli adeguatamente nelle questioni religiose. Il Concilio di Trento impose ai vescovi la cura delle anime: dovevano risiedere nelle loro diocesi, comportarsi in modo esemplare e sorvegliare la vita morale dei preti e dei frati.

Nuovi ordini religiosi

Il rinnovamento del cattolicesimo fu favorito anche dalla nascita di nuovi ordini religiosi. I principali ordini fondati nel ‘500 furono i teatini, i barnabiti e i gesuiti. Tra questi assunse un rilievo speciale l’ordine dei gesuiti, organizzato dallo spagnolo Ignazio di Loyola e riconosciuto dal papa nel 1540. I gesuiti si impegnarono nella difesa del papa e del cattolicesimo, e si dedicarono prevalentemente all’insegnamento e alle missioni.

Le guerre di religione in Francia

Nella seconda metà del Cinquecento, in Francia scoppiarono violente guerre di religione fra cattolici e calvinisti (gli ugonotti). Uno dei fatti più drammatici avvenne nell’agosto del 1572. Parigi era piena di ugonotti, che partecipavano alle nozze del loro capo, Enrico di Borbone (ugonotto), con la figlia del re (cattolico) di Francia. La regina Caterina de’ Medici (cattolica) pensò di far uccidere un personaggio importante del gruppo degli ugonotti, ma l’attentato fallì. Allora, per nascondere la propria responsabilità, fece scatenare la violenza contro tutti gli ugonotti. Il 24 agosto del 1572 iniziò la notte di sangue. I soldati uccisero i capi degli ugonotti. Poi artigiani, bottegai e popolani di Parigi si lanciarono in una selvaggia caccia agli ugonotti. Le vittime furono 3-4000. Questo episodio è passato alla storia con il nome di strage della notte di san Bartolomeo. Le guerre di religione in Francia si conclusero durante il regno di Enrico IV di Borbone. Dopo essersi convertito al cattolicesimo, nel 1598 egli emanò l’Editto di Nantes. Garantì agli ugonotti la libertà di culto (con l’esclusione di Parigi), la protezione armata e la possibilità di accedere alle cariche pubbliche.

La strage degli ugonotti nella notte di san Bartolomeo.

StoriaFacile 2
StoriaFacile 2