Scioperi, insurrezioni, diserzioni
Operai e soldati
Tra il 23 e il 28 febbraio del 1917 (secondo il calendario russo) a San Pietroburgo scoppiarono moti di protesta con la richiesta di porre fine all’assolutismo zarista e alla guerra. Il 25 febbraio uno sciopero generale paralizzò tutte le fabbriche della capitale. Il 27 febbraio fu un giorno decisivo, perché si stabilì l’alleanza tra gli operai e i soldati, che si rifiutarono di obbedire all’ordine di sparare sui lavoratori in sciopero. Molte truppe si ammutinarono, uccisero i loro ufficiali e distribuirono le armi ai dimostranti.La caduta dello zar
Capeggiati dai socialrivoluzionari e dai bolscevichi, gli operai di San Pietroburgo presero le armi per arrestare i ministri e liberare i prigionieri politici. Il 28 febbraio occuparono i centri del potere e dell’economia della capitale: le poste, le banche, le fabbriche, i ministeri e il palazzo dove si riuniva il Parlamento. A Mosca intanto scoppiò un’insurrezione generale. Lo zar fu costretto ad abdicare e anche il fratello, a cui sarebbe toccata la corona, rinunciò al trono. La Russia divenne una repubblica, subito riconosciuta dai principali paesi europei. In una settimana gli scioperi degli operai e gli ammutinamenti dei soldati avevano abbattuto un regime che durava da secoli.UN CALENDARIO DIVERSO DAL NOSTRO
La Russia non aveva accolto la riforma del calendario fatta nel 1582 dal papa Gregorio XIII, in base alla quale furono tolti 13 giorni dall’antico calendario promulgato ai tempi di Roma da Giulio Cesare. Pertanto il calendario russo era «in ritardo» di tredici giorni rispetto a quello dei paesi occidentali. Quindi, ad esempio, il 25 febbraio (giorno dello sciopero generale che diede avvio alla rivoluzione) corrispondeva al nostro 10 marzo.