La Germania sotto attacco

Il dominio tedesco e giapponese

Come abbiamo visto nel capitolo precedente, nel 1942 la Germania raggiunse la massima espansione, grazie alle sue vittorie militari. I territori controllati dai tedeschi si estendevano dalla Francia alle porte di Mosca, dal mar Baltico alle coste settentrionali dell’Africa. A eccezione dell’Inghilterra, della Svezia, della Svizzera (rimasta neutrale) e di parte dell’Unione Sovietica, l’Europa era sotto il controllo diretto o indiretto della Germania nazista. Nell’Estremo Oriente anche il Giappone sembrava invincibile: aveva raggiunto il controllo dell’oceano Pacifico e occupato vasti territori.

La reazione americana

Tuttavia vi erano segnali di un cambiamento. Nell’estate del 1942 gli americani ebbero i primi successi contro il Giappone conquistando Guadalcanal, nelle isole Salomone, e soprattutto sconfiggendo la flotta nemica nella battaglia navale delle Midway. Ciò significava che, a sei mesi dalla sconfitta di Pearl Harbor, la marina degli Stati Uniti era tornata superiore a quella nemica. Nel fermare l’avanzata giapponese fu importante anche il ruolo della Cina, che oppose resistenza all’esercito nipponico.

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Guerra e propaganda
Osserva questo manifesto di propaganda pubblicato nella Francia occupata dai tedeschi.
1 L’Europa è colorata di una cupa tinta blu-grigia: sono tutti i paesi dominati dalle dittature fasciste e naziste.

2 Soltanto due paesi sfuggono al dominio dei nazisti e dei loro alleati: la Gran Bretagna (raffigurata come un anziano signore, i cui vestiti hanno i colori della bandiera inglese) e l’URSS, rappresentata da una caricatura di Stalin.

3 Gran Bretagna e URSS si stringono la mano in segno di alleanza. Secondo la propaganda nazista, questa alleanza è un «COMPLOTTO EBRAICO» (come dice la scritta sul manifesto).

La svolta nella guerra

In Africa le truppe italo-tedesche, comandate dal generale Rommel, furono sconfitte nella più grande battaglia mai combattuta nel continente nero. Avvenne a El Alamein, in Egitto (3-4 novembre 1942). Trionfatore fu il corpo di spedizione comandato dal generale inglese Montgomery. L’Africa era persa per i tedeschi. In Europa il 1943 segnò la svolta a favore degli Alleati. Nel febbraio le truppe tedesche, comandate dal generale von Paulus, furono sconfitte in Russia, nella battaglia combattuta presso la città di Stalingrado. I tedeschi dovettero ritirarsi. Era la prima disfatta dell’esercito tedesco dall’inizio della guerra.

Cade il fascismo

Nel luglio del 1943 gli Alleati, partendo dall’Africa, sbarcarono in Sicilia. Questo avvenimento determinò il crollo del fascismo. La guerra voluta dal duce aveva portato all’invasione dell’Italia da parte dell’esercito nemico. Di fronte a questa catastrofe, il 25 luglio 1943 Vittorio Emanuele III tolse a Mussolini l’incarico di primo ministro e lo fece arrestare. A capo del nuovo governo fu nominato l’anziano maresciallo Pietro Badoglio.

Lo sbarco in Normandia

Stalin, Roosevelt e Churchill (rispettivamente il capo dell’Unione Sovietica, il presidente degli USA e il primo ministro inglese, tra loro alleati) decisero di sferrare un altro attacco: il luogo prescelto fu la Normandia, una regione nel Nord della Francia. Chiamarono il piano «Operazione Overlord» («Signore supremo») e il giorno dell’inizio «D-Day», Decision Day («Il giorno della decisione»). In sei mesi di preparativi fu messa insieme una forza militare di dimensioni gigantesche. Tre milioni di soldati (la maggior parte americani e inglesi), 6500 mezzi anfibi, 1200 navi da guerra e 13 000 aerei, nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944, effettuarono lo sbarco in Normandia. I tedeschi, colti di sorpresa, non riuscirono a ricacciare in mare gli invasori e dovettero ripiegare. Gli Alleati puntarono in direzione di Parigi. Pochi giorni prima che vi giungessero, la città insorse (18 agosto 1944). Fu aiutata dai corpi militari francesi guidati dal generale De Gaulle, che per anni aveva combattuto nella clandestinità contro i nazisti.

LA BATTAGLIA DI STALINGRADO

Fu la vittoria che ridiede fiducia agli avversari di Hitler. Quando le truppe tedesche erano a pochi chilometri da Mosca, Stalin pronunciò alla radio un discorso in cui faceva appello ai russi: «Neanche un passo indietro!». Chiedeva alle truppe di combattere una guerra patriottica, per salvare il loro paese dall’occupazione nazista. La battaglia di Stalingrado cominciò nel novembre del 1942 e terminò nel febbraio del 1943. La VI Armata tedesca fu distrutta. Fu annientato anche il corpo di spedizione italiano che combatteva a fianco dei tedeschi. Dei 57 000 alpini partiti per la Russia, ne ritornarono solo 11 000.

STORIA & memoria

Operazione Overlord

Alle 21.30 del 5 giugno 1944 decollano i primi aerei anglo-americani diretti in Normandia.
A bordo ci sono i paracadutisti, che scenderanno a terra oltre le linee nemiche e, da lì, appoggeranno le truppe da sbarco.
È cominciata l’Operazione Overlord.


Per l’Italia la guerra continua

Dopo il crollo del fascismo, Badoglio iniziò trattative segrete con americani e inglesi per portare l’Italia fuori dalla guerra. Intanto, all’annuncio della caduta di Mussolini, i partiti antifascisti, che il fascismo aveva sciolto, ripresero la loro attività. L’8 settembre 1943 fu annunciato l’armistizio. Ciò significava che l’Italia smetteva di combattere contro gli anglo-americani. I tedeschi accusarono l’Italia di tradimento. Truppe tedesche invasero l’Italia centro- settentrionale al comando del maresciallo Albert Kesselring. Intanto il governo italiano e il re fuggivano in Italia meridionale, nel territorio già occupato dagli Alleati. I soldati italiani furono abbandonati a loro stessi, senza ordini precisi. Mussolini fu liberato dai tedeschi e trasferito al Nord, a Salò, una città sul lago di Garda. Qui egli fondò un nuovo governo fascista, la Repubblica Sociale Italiana, detta anche «Repubblica di Salò».

I successi dell’Armata Rossa

Intanto i sovietici erano passati all’attacco. Nell’estate del 1943 l’Armata Rossa avanzò verso i confini della Germania, occupando l’Ucraina, la Crimea, la Romania e la Bulgaria. La vittoria finale sembrava a portata di mano degli Alleati, ma l’esercito tedesco riuscì a ritardarla di un anno ancora. Sfuggito a un attentato preparato da alcuni capi dell’esercito, Hitler decise di combattere fino in fondo una guerra che era ormai persa. Pur di non arrendersi all’evidente sconfitta, preferiva trascinare con sé nella distruzione il popolo tedesco e l’Europa intera. Hitler ordinò la mobilitazione totale, cioè l’impiego in guerra di tutte le forze umane e materiali. Furono arruolati soldati di 16 anni; le industrie furono sottoposte a intensi ritmi di lavoro, mentre una campagna propagandistica, preparata da Goebbels, tentava di convincere i tedeschi che la vittoria era vicina. La resistenza tedesca ritardò l’avanzata delle truppe alleate, ma la Germania pagò un prezzo altissimo. Molte città furono colpite da spaventosi bombardamenti aerei. Il più micidiale fu quello compiuto dagli inglesi su Dresda nel febbraio del 1945: la città fu rasa al suolo; oltre 100 000 morti restarono sotto le macerie.

OPERAZIONE VALCHIRIA

Nel luglio del 1944 alcuni generali tedeschi organizzarono un attentato contro Hitler e lo chiamarono «Operazione Valchiria». Lo scopo era eliminare Hitler, attuare un colpo di stato e trattare la pace con gli Alleati. Nell’attentato morirono alcuni ufficiali ma non Hitler, che riportò ferite. Il fallimento del colpo di stato portò all’arresto di circa 5000 persone, molte delle quali furono giustiziate o internate nei lager. I condannati a morte vennero impiccati con filo di ferro e i loro corpi appesi a ganci da macellaio. Tutta la macabra scena fu filmata. Hitler ordinò che quel filmato fosse visto dai capi dell’esercito e del nazismo, come tremendo avvertimento. Il filmato fu messo sotto segreto nel 1950.

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