In Medio Oriente

Il sionismo

Una delle aree del mondo a più alto rischio per la pace è stata, dal 1945 in poi, quella mediorientale. Si tratta di una zona importante per i paesi occidentali, che da essa importano grandi quantità di petrolio. Sin dagli anni Trenta, migliaia di ebrei avevano lasciato i paesi dell’Europa per stabilirsi nei territori della Palestina, la «Terra promessa» annunciata dall’Antico Testamento. La Palestina era un paese a maggioranza araba amministrato dalla Gran Bretagna. L’emigrazione degli ebrei in Palestina si chiama «sionismo». Il sionismo (da Sion, una zona di Gerusalemme) è un movimento sorto per ottenere la costituzione in Palestina di uno stato ebraico. Si sviluppò in Europa tra la fine del XIX secolo e gli anni immediatamente successivi alla Prima guerra mondiale. Il suo leader fu Theodor Herz. Intanto gruppi di ebrei crearono strumenti di sostegno (come finanziamenti delle banche) per chi intendeva lasciare le proprie case in Europa per andare a vivere in Palestina. Arrivati in Palestina, gli ebrei costruirono aziende agricole modello (chiamate kibbutz) e avviarono iniziative nel settore industriale.

La formazione dello stato di Israele

Con la fine del secondo conflitto mondiale, fu decisa dall’ONU la formazione in Palestina di due stati, uno arabo e uno ebraico. Nel 1948 venne costituito ufficialmente lo stato d’Israele. In questo modo l’ONU intendeva anche risarcire il popolo ebraico per le persecuzioni patite sotto Hitler, ma interveniva in territorio arabo senza avere ottenuto l’approvazione di chi in quelle terre era sempre vissuto.

LEGGERE le CARTE

Una terra senza pace
Sulla carta puoi vedere l’estensione originaria dello stato di Israele e i successivi ingrandimenti territoriali, ottenuti con le guerre vittoriose contro i paesi arabi e con le occupazioni.

Palestinesi e arabi contro Israele

Al nuovo stato di Israele si opposero i palestinesi e i paesi arabi confinanti. Le tensioni sfociarono in diversi conflitti tra Israele, sostenuto dagli Stati Uniti, ed Egitto, Siria, Giordania. Le vittorie degli israeliani portarono all’ingrandimento dei confini e all’acquisizione della parte orientale di Gerusalemme (che era stata invece assegnata ai palestinesi). Le guerre arabo- isareliane finirono con l’aumentare il numero dei profughi palestinesi costretti a lasciare le loro terre. Inoltre scatenarono tensioni tra i governanti ebraici e la popolazione araba dei territori occupati da Israele.

Una situazione complicata

La questione era molto difficile da risolvere. Si trattava di conciliare opposte esigenze: da un lato il bisogno di confini sicuri per Israele, così da metterlo al riparo da interventi militari degli stati arabi; dall’altro la necessità di dare uno stato al popolo palestinese. I palestinesi crearono l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), guidata per molto tempo da Yasser Arafat. Nel 1993 la pace sembrava a portata di mano, dopo un accordo raggiunto con la mediazione degli Stati Uniti. Ma, negli anni successivi, gruppi di estremisti palestinesi sabotarono gli accordi. Ripartirono violente proteste e attentati, a cui Israele rispose con rappresaglie militari.

L’Iran diventa una repubblica islamica

Un altro «punto caldo» del Medio Oriente fu l’Iran. Il paese, ricco di petrolio, fu governato sino al 1979 dallo scià (imperatore) Reza Pahlavi, alleato delle potenze occidentali. In quell’anno le sollevazioni popolari contro la monarchia, accusata di corruzione, sfociarono in una rivoluzione di carattere religioso capeggiata dall’ayatollah (capo religioso dell’islam sciita) Khomeini. Dopo la fuga dello scià, Khomeini instaurò una repubblica islamica, che si contrappose al mondo occidentale in nome dell’affermazione delle tradizioni musulmane. Khomeini si fece assegnare poteri assoluti ed eliminò tutti gli oppositori. Il fanatismo religioso e il controllo delle risorse petrolifere furono le cause di una lunga guerra tra l’Iran e il vicino Iraq, durata dal 1980 al 1990.

GLI SCIITI

Nel mondo islamico la maggioranza dei fedeli è rappresentata dai sunniti. Alcune minoranze sono denominate sciiti: il nome deriva dall’arabo shi’at ‘Ali, che significa «la fazione di Ali». Ali era cugino e genero di Maometto. Secondo gli sciiti, prima di morire Maometto aveva designato come suo successore Ali, in quanto apparteneva alla sua stessa famiglia. Per i sunniti, invece, i successori di Maometto potevano appartenere a famiglie diverse. Questa divisione del mondo islamico è rimasta nei secoli, fino a oggi. Per gli sciiti ha un ruolo importante l’imam, colui che interpreta il Corano e la sua tradizione (la sunna).

L’Iraq di Saddam Hussein

In Iraq nel 1980 salì al potere con un colpo di stato Saddam Hussein. All’inizio fu appoggiato da alcuni paesi dell’Occidente, tra cui gli Stati Uniti, che gli fornirono armi e aiuto economico, perché volevano avere un alleato forte in un paese confinante con l’Iran di Khomeini. Questo calcolo fu controproducente, perché nel 1990 Saddam Hussein attaccò il vicino stato del Kuwait, per ottenere uno sbocco sul mare e nuovi giacimenti petroliferi. Gli Stati Uniti condannarono l’invasione del Kuwait e, poiché Saddam Hussein non intendeva ritirarsi, si misero al comando di una forza militare internazionale che attaccò l’Iraq. In poche settimane di combattimenti (Guerra del Golfo), l’esercito iracheno fu costretto ad abbandonare il Kuwait. Le forze internazionali penetrarono in territorio iracheno, ma poi si ritirarono, lasciando Saddam Hussein al governo del paese.

Che cosa è l’integralismo islamico

Tutti questi avvenimenti diedero forza agli integralisti islamici. Che cosa è l’integralismo islamico? Per capirlo, occorre pensare che nella mentalità islamica non esiste distinzione tra gruppo religioso e società. Gli integralisti vogliono che le regole religiose dell’islàm siano applicate alla vita politica e alla società. Ciò significa che la legge del Corano (il libro sacro per i musulmani) deve essere la base della giustizia civile. Gli integralisti si oppongono alle idee e allo stile di vita del mondo occidentale. In questa visione, le donne hanno un ruolo di sottomissione agli uomini. Gli integralisti più convinti impongono alle donne di coprirsi il capo, se non persino tutto il viso, con il burqa, e di vestire secondo quanto impongono le regole dell’islàm. In alcuni paesi, come l’Arabia Saudita, è fatto divieto alle donne persino di guidare l’auto.

LEGGERE le IMMAGINI

Prima e dopo
Queste due foto sono state scattate a Teheran, capitale dell’Iran.
1 1973: una studentessa universitaria in aula durante una lezione.
2 1998: una lezione in una scuola secondaria di secondo grado. Le alunne sono tutte ragazze: Khomeini abolì le classi miste.

StoriaFacile 3
StoriaFacile 3