Le grandi invenzioni

Dal velocipede alla bicicletta

I primi esemplari di bicicletta (senza pedali) furono costruiti all’inizio dell’Ottocento, ma non ebbero immediato successo. Dopo la metà del secolo fu ideato il modello con due ruote, l’anteriore grande e la posteriore piccola, e con pedali. Fu chiamato velocipede. Poi, a fine Ottocento, nacque la moderna bicicletta, grazie a due invenzioni. La prima consistette nell’applicare al pedale la catena di trasmissione, che consentì di montare due ruote di diametro uguale; la seconda invenzione furono gli pneumatici di gomma, introdotti dallo scozzese Dunlop nel 1888. Applicati alle ruote della bicicletta, favorivano lo scorrimento del veicolo sulla strada. A quel punto la bicicletta cominciò ad affermarsi in tutto il mondo come mezzo di trasporto popolare.

Nasce l’automobile

Nel 1876 un ingegnere tedesco, von Otto, inventò un motore a combustione interna alimentato a gas oppure a benzina. Nel 1892 l’ingegnere inglese Diesel brevettò un nuovo motore, che da lui prese nome. Poco dopo il tedesco Benz costruì i motori a benzina, mentre l’americano Henry Ford realizzava la sua prima automobile e apriva una fabbrica per produrne tanti esemplari.
In Italia, nel 1899, Giovanni Agnelli fondò la FIAT. In meno di vent’anni dall’invenzione dell’auto, era sorta una nuova industria destinata a grande sviluppo.
Per il momento, però, l’automobile restava un bene di lusso.

Dirigibili e aerei

Come ricorderai, l’uomo aveva imparato l’arte del volo alla fine del Settecento, inventando i palloni volanti o mongolfiere. Si trattava però di mezzi fragili e di scarsa utilità, perché non era possibile dare loro una direzione precisa quando erano in volo. Per questo motivo l’uso restò limitato, finché nel 1900 il tedesco Zeppelin realizzò un grande dirigibile, costruito intorno a un’armatura rigida. Esso permetteva di sollevare anche pesi consistenti. Alcuni esemplari entrarono in servizio per il trasporto sia di passeggeri sia di merci. Intanto era nato il suo concorrente, l’aeroplano: il primo esemplare venne costruito negli Stati Uniti dai fratelli Wright (1903). Di lì a poco gli aerei saranno utilizzati nelle operazioni militari della Prima guerra mondiale.

Parlare a distanza

Un contributo allo sviluppo delle comunicazioni derivò dall’invenzione del telegrafo, ideato nel 1837 dall’americano Morse. Grazie al telegrafo, fu possibile trasmettere messaggi a distanza via cavo. Le ferrovie per prime impiegarono il telegrafo. A fianco dei binari furono posate le linee telegrafiche, su cui correvano informazioni preziose per il traffico e lo smistamento dei convogli ferroviari. Non appena fu trovato un rivestimento di protezione dei cavi, una linea del telegrafo fu posta sul fondo dell’oceano Atlantico, così da unire l’Europa all’America (1866).

Il telefono

Collegate agli studi sull’elettricità, in breve tempo si susseguirono altre invenzioni. Il successo del telegrafo convinse diversi scienziati ad applicarsi per realizzare un sistema di trasmissione della voce via cavo. Un italiano emigrato a New York, Antonio Meucci, aveva costruito nel 1857 un rudimentale apparecchio capace di trasmettere e ricevere la voce, ma non riuscì a far riconoscere la propria invenzione. La nascita ufficiale del telefono risale al 1876, anno in cui l’americano Graham Bell chiese il brevetto per uno strumento di trasmissione del suono. Grazie a uno spiccato senso degli affari, lo stesso Bell curò la produzione e la vendita della sua invenzione: fondò la Bell Telephone Company, con cui si aggiudicò la costruzione di quasi tutta la rete telefonica americana.

La radiotelegrafia

Nei sistemi di comunicazione, un’altra straordinaria invenzione fu messa a punto nel 1895 dall’italiano Guglielmo Marconi. Con un apparecchio radio di sua invenzione, riuscì a inviare segnali Morse attraverso le onde elettromagnetiche: nasceva la comunicazione a distanza senza l’uso dei cavi. Nel 1901 Marconi fu in grado di trasmettere messaggi telegrafici tra Europa e America attraverso le onde radio. Intanto alcuni scienziati americani perfezionarono l’invenzione di Marconi, costruendo i primi apparecchi radio che trasmettevano la voce a distanza. Le trasmissioni radiofoniche su vasta scala si effettuarono dopo il 1920.

L’INVENTORE È UN GENIO ISOLATO?

Non bisogna credere che l’inventore sia una persona che improvvisamente abbia un’idea unica al mondo. Spesso non è così. Nel caso della radio, mentre Marconi faceva esperimenti nella sua casa in Emilia, in altre parti d’Italia altri scienziati stavano ottenendo o avevano già ottenuto risultati analoghi. Anche il russo Popov aveva realizzato un ricevitore di onde radio nello stesso anno di Marconi. La differenza fu che Marconi poté sviluppare la sua invenzione, perfezionarla e farla conoscere al mondo intero. Tutto questo lo realizzò non in Italia, ma a Londra. Nella capitale inglese brevettò la sua invenzione e tenne esperimenti alla presenza di scienziati e ricercatori che lo apprezzarono e lo incoraggiarono a procedere.

Riprodurre la voce e l’immagine

Nell’Ottocento si realizzarono altre importanti invenzioni nel campo delle comunicazioni. Con il fonografo, inventato da Edison (1876), fu possibile la riproduzione della voce umana e dei suoni. Intanto, già dal 1835, il francese Daguerre aveva sviluppato un nuovo metodo per fissare le immagini su lastre sensibili alla luce. Erano i primi passi della fotografia. A metà Ottocento furono realizzati i primi servizi fotografici, come ad esempio durante la guerra di Crimea (1854-1856).

Nasce il cinema

All’Esposizione Universale di Parigi del 1900 una folla di visitatori affluiva nel salone delle feste, richiamata da uno schermo su cui scorrevano immagini in movimento proiettate da una macchina ottica. Veniva in tal modo fatta conoscere al grande pubblico l’invenzione dei fratelli Lumière: il cinema. Il nuovo linguaggio di immagini di lì a poco avrebbe prodotto storie di ogni tipo, capaci di catturare l’interesse di milioni di spettatori.

Novità anche in cucina

Un buon numero degli apparecchi elettrici presenti nelle nostre case fu inventato oltre un secolo fa. All’Esposizione Universale di Vienna del 1883 vennero esibiti fornelli da cucina, stufe, scaldaletti e altre macchine elettriche, costruite per uso domestico. Una delle principali invenzioni fu il frigorifero, che risolse un problema fondamentale per l’alimentazione, quello della conservazione del cibo. Di colpo sistemi antichi basati sulla salatura o sull’essiccazione dei cibi apparvero superati: si potevano ora trasportare a lunga distanza grandi quantità di alimenti e mantenerli freschi per lunghi periodi, prima di consumarli. A quell’epoca i frigoriferi erano usati dalle industrie che esportavano cibi, in particolare la carne. Non esisteva ancora, invece, il piccolo frigorifero a uso familiare, cioè l’elettrodomestico che oggi tutti abbiamo in casa. Di questo stesso periodo sono altre due innovazioni importantissime per l’alimentazione, tuttora largamente usate: l’impiego di conservanti alimentari e la conservazione dei cibi nelle scatole metalliche chiuse ermeticamente.

Le materie sintetiche

La chimica era la più giovane delle scienze, in quanto solo nel Settecento ne erano state individuate le leggi fondamentali. Tra Ottocento e Novecento i chimici realizzarono numerosi nuovi prodotti. Il primo fu la gomma sintetica. Il secondo fu una materia plastica inventata dallo scienziato Baekeland, da cui derivò il nome di «bachelite» dato al prodotto. Essa fu usata soprattutto come isolante nei materiali elettrici. Furono poi fabbricate le fibre sintetiche, ossia filamenti plastici utilizzati in sostituzione del cotone e della lana per produrre capi di abbigliamento. Anche l’agricoltura beneficiò dei progressi della scienza, grazie all’invenzione dei fertilizzanti chimici.

La dinamite

Altre scoperte cambiarono il modo di fare la guerra, con la preparazione degli esplosivi ad alto potenziale. Fu lo svedese Alfred Nobel a perfezionare l’uso della nitroglicerina (scoperta dall’italiano Ascanio Sobrero a metà Ottocento), confezionando un prodotto chiamato dinamite (1867). Questo e altri nuovi, potenti esplosivi furono inizialmente impiegati nelle miniere e nelle cave, ma ben presto attirarono l’attenzione dell’industria militare, che li utilizzò per costruire armi sempre più micidiali.

Un mondo a noi familiare

Come hai potuto constatare studiando questo capitolo, circa 120 anni fa, in un periodo di tempo relativamente breve, nacquero le tecnologie che trasformarono il mondo, rendendolo già molto simile al nostro attuale modello di sviluppo. La scoperta e l’utilizzo delle nuove fonti di energia (l’elettricità, il petrolio, il gas), le invenzioni e i prodotti che ci sono familiari (la lampadina, il telefono, la radio, il frigorifero, l’automobile), i nuovi mezzi di trasporto terrestre, marittimo e aereo, i progressi della scienza medica, l’incremento della produzione agricola e delle costruzioni edilizie, sono altrettanti aspetti del mondo contemporaneo.

IL PREMIO NOBEL

Alfred Nobel mise insieme una fortuna enorme vendendo i suoi brevetti e costruendo fabbriche per la produzione di esplosivi. Prima di morire, fece testamento e stabilì che la sua ricchezza fosse usata per distribuire annualmente 5 premi, rispettivamente a coloro che avessero reso «i maggiori servizi all’umanità» nei campi della fisica, chimica, medicina o fisiologia, letteratura, o che si fossero particolarmente distinti per favorire le pacifiche relazioni fra i popoli. Nel 1968 la Banca centrale di Svezia istituì a sue spese un premio in memoria di Nobel per le scienze economiche.

STORIA & memoria

Parigi, capitale della moda e dei consumi

Le Esposizioni internazionali
A fine Ottocento Parigi divenne la capitale europea più visitata dai turisti, spinti dalle molte attrattive che la città offriva: i palazzi antichi, i musei famosi, le ardite architetture moderne, come la Tour Eiffel, e le Esposizioni internazionali. Dalla metà del XIX secolo, ogni quattro-cinque anni si teneva in una grande città europea un’esposizione in cui venivano presentate le invenzioni più recenti e i migliori prodotti delle industrie dei vari paesi. L’esposizione durava alcuni mesi e attirava moltissimi visitatori. La prima Esposizione internazionale (o universale) si tenne a Londra nel 1851; la seconda a Parigi nel 1855 e fu visitata da oltre cinque milioni di persone. Un’altra esposizione si tenne a Parigi nel 1889: per quella occasione fu costruita la Tour Eiffel, che sarebbe poi diventata il simbolo della città.

Le Olimpiadi
Nell’anno 1900 a Parigi si tennero i giochi olimpici, i secondi nella storia delle moderne Olimpiadi (i primi erano stati ad Atene). Durarono più di cinque mesi e si svolsero senza un preciso calendario. Spesso per le gare si utilizzarono campi di fortuna, mentre le prove di nuoto furono tenute addirittura nella Senna. Complessivamente gli atleti furono 1225 e per la prima volta gareggiarono anche le donne, 19 in tutto, che si esibirono nel tennis e nel golf. Gli spettatori furono emozionati vedendo Ray Ewry, un atleta poliomielitico, vincere le tre gare di salto da fermo: il lungo, l’alto e il triplo.

I grandi magazzini
Nella seconda metà dell’Ottocento Parigi divenne anche la capitale dei consumi, grazie soprattutto all’apertura dei primi grandi magazzini. Rispetto ai negozi tradizionali, i grandi magazzini costituivano un’innovazione totale. Vendevano merci di ogni tipo ed esponevano in vetrine ben illuminate i prodotti, con accanto i loro prezzi: un’autentica novità, questa, in quanto nei vecchi negozi la poca merce disposta nelle piccole e buie vetrine serviva a segnalare il tipo di esercizio commerciale e non a invogliare il cliente all’acquisto. Così, ad esempio, nei negozi di abbigliamento qualche pezzo di stoffa poteva rimanere in vetrina anche per anni, perché serviva solo per ricordare ai passanti che lì si vendevano tessuti e non altro. Il grande magazzino diede invece risalto ai suoi prodotti, sia curando ornamentali vetrine sia arredando gli interni con sfavillanti luci e colori. Tutto ciò serviva per richiamare un grande pubblico, attratto anche dai prezzi in media più bassi rispetto a quelli dei piccoli negozi.

Una rivoluzione nel modo di vestire
I grandi magazzini modificarono il lavoro e i comportamenti della gente. La principale novità in fatto di consumi fu il trionfo degli abiti preconfezionati. Un tempo tutti i capi di abbigliamento, dal cappotto alle scarpe, erano fatti su misura: si acquistava la stoffa e poi si andava dal sarto che tagliava e cuciva l’abito. I grandi magazzini di Parigi modificarono per primi questa antica abitudine: presentarono abiti già confezionati, di taglie diverse, lavorati secondo lo stile di moda. Il cliente sceglieva il capo preferito e poteva uscire indossandolo.

Una donna sola non fa più scandalo
Nelle sale luminose ed eleganti dei grandi magazzini di Parigi si vide uno spettacolo insolito per quei tempi e che fece gridare molti allo scandalo: tante donne, da sole o in compagnia di altre donne, si presentavano come acquirenti in un luogo pubblico. Prima di allora, era giudicato sconveniente per una donna mostrarsi in pubblico non accompagnata da un uomo, marito o fidanzato o padre. Chi lo faceva si attirava pesanti giudizi di disapprovazione.

LEGGERE le FONTI

Al Paradiso delle signore
Émile Zola, uno dei maggiori scrittori francesi del XIX secolo, in un suo romanzo descrive così la novità rappresentata dai grandi magazzini.

"Un lunedì, il 14 marzo, il Paradiso delle signore inaugurava i suoi nuovi grandi magazzini. Era quella la cattedrale del commercio moderno, solida e leggera, destinata a un popolo di clienti. A pianterreno c’erano le cravatte, i guanti, le sete. Al primo piano i vestiti, gli scialli, i pizzi e altre sezioni nuove; al secondo i letti, i tappeti, le stoffe per mobilia. Le sezioni erano, quel giorno, trentanove; gli impiegati non meno di milleottocento, dei quali duecento donne. L’unica passione di Mouret [il padrone] era vincere la donna: la voleva regina nel suo magazzino, le aveva innalzato quel tempio per dominarla meglio. Ma la sua bella trovata era di conquistare le donne per mezzo dei bambini: non perdeva nessuna occasione, apriva sezioni apposta per bambini e bambine, fermava le mamme, regalava ai piccoli figure e palloncini. Stupenda invenzione, questa dei palloncini distribuiti a ogni signora, rossi, di gomma sottilissima, con scritto sopra a ciascuno in grandi lettere il nome del magazzino; attaccati a un filo viaggiavano per l’aria portando attorno per le strade una nuova forma di pubblicità." 
(da É. Zola, Al Paradiso delle signore)

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