L’America tra democrazie e dittature

La presidenza Kennedy

John Kennedy, candidato del Partito democratico, fu eletto presidente degli USA nel 1960. Egli diede voce alle richieste di diversi settori della società americana, i neri, gli intellettuali, i giovani, che volevano più democrazia e più diritti. Con il fratello Robert, ministro della Giustizia, Kennedy fece riforme sociali a favore dell’ integrazione della popolazione di colore, che era ancora fortemente discriminata in molte parti degli Stati Uniti. I neri frequentavano scuole diverse da quelle dei bianchi, vivevano separati, non potevano prendere gli autobus dei bianchi o occupare posti a sedere sui mezzi pubblici.

In bilico tra sviluppo e sottosviluppo

A partire dalla Seconda guerra mondiale, gli stati dell’America latina rimasero in bilico tra sviluppo e sottosviluppo. Da una parte, infatti, sorsero moderne aziende e nelle principali città si innalzarono grattacieli del tutto simili a quelli di New York, di Los Angeles e di Chicago. D’altra parte, invece, il nuovo benessere non si distribuì diffusamente tra la popolazione: rese alcuni cittadini ricchissimi, mentre molti rimasero in precarie condizioni di vita. Quali furono i motivi del mancato decollo economico dell’America latina? In primo luogo pesò la dipendenza dagli Stati Uniti. In secondo luogo ebbe effetti negativi l’instabilità politica: quasi tutti gli stati latinoamericani oscillarono tra governi democratici, dittature militari, regimi autoritari.

MARTIN LUTHER KING

La mattina del 1° dicembre 1955, a Montgomery, in Alabama (uno degli stati in cui la discriminazione razziale era forte), la signora Rosa Parks, nera, rifiutò di cedere il posto in autobus a un uomo bianco. La signora Parks fu arrestata. Un pastore protestante nero, Martin Luther King, organizzò il boicottaggio degli autobus da parte dei neri. Questa iniziativa mise in moto un vasto movimento di proteste pacifiche per il riconoscimento della parità di diritti tra neri e bianchi. Nel 1963 King organizzò un’imponente marcia su Washington (la capitale degli USA), alla quale parteciparono 250 000 persone. La lotta di King e dei suoi seguaci ottenne il primo grande risultato nel 1964, quando fu emanato il Civil Rights Act, una legge che proibiva la discriminazione razziale. L’applicazione della legge incontrò ostacoli e in alcuni stati le discriminazioni continuarono. Tuttavia fu un enorme passo avanti e, per il suo impegno, King ricevette il premio Nobel per la pace nello stesso anno 1964. Martin Luther King fu assassinato nel 1968. Sul suo assassinio non fu mai fatta piena luce.

La breve democrazia del Cile

In Cile nel 1970 si formò un governo dei partiti di Sinistra, guidato dal socialista Salvador Allende. Il governo di Allende varò riforme economiche di rilievo, come la nazionalizzazione delle miniere. Si attirò però la reazione contraria di potenti gruppi economici, alcuni dei quali di proprietà statunitense. Nel 1973 ci fu un golpe dei militari, capeggiati dal generale Augusto Pinochet. Allende fu assassinato. I militari chiusero il Parlamento, sciolsero i partiti, abolirono la Costituzione e annullarono le libertà civili. Una spietata repressione provocò almeno 15 000 morti. Soltanto nel 1980 si crearono in Cile le condizioni per ripristinare la democrazia attraverso nuove elezioni, vinte dai partiti moderati di Centro.

Argentina: i militari al potere

Anche in Argentina, nel 1976, i militari, con a capo il generale Videla, presero il potere e governarono con metodi brutali. Praticarono la tortura e il sequestro di persona, applicarono la pena di morte: di circa 30 000 persone, catturate e giustiziate in modo illegale, non si ebbero più notizie. Sono i cosiddetti desaparecidos, gli «scomparsi». Nel 1982 i generali lanciarono il paese nell’avventura di una guerra. Fecero occupare dall’esercito le piccole e poco abitate isole Falkland (chiamate Malvinas, in spagnolo), che dal 1833 erano una colonia dell’Inghilterra. La risposta del governo di Londra fu immediata: una forza aeronavale appoggiata dagli Stati Uniti riconquistò le Falkland. I generali argentini, umiliati dalla sconfitta, restituirono il potere ai civili (1983).

Gli Stati Uniti cambiano politica

Gli Stati Uniti avevano sostenuto le dittature militari allo scopo di tutelare i loro molteplici interessi economici in America latina. Dopo l’esperienza argentina, però, cambiarono atteggiamento e decisero di togliere l’appoggio agli stati governati con sistemi antidemocratici. Stanziarono ingenti aiuti economici per favorire lo sviluppo in quei paesi che davano garanzie di democrazia. Inoltre decisero di intervenire per contrastare il traffico internazionale di droga: alcuni stati dell’America latina, come la Colombia e la Bolivia, sono infatti produttori ed esportatori mondiali di droga (cocaina).


Buenos Aires (capitale dell’Argentina): le madri scendono in piazza con le fotografie dei loro figli scomparsi negli anni della dittatura militare. Chiedono la verità sulla sorte toccata ai loro familiari.

StoriaFacile 3
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