STORIA & tecnologia
La conquista dello spazio
Anche la conquista dello spazio rientrava nello scenario della guerra fredda. L’antico sogno del viaggio sulla Luna e dell’esplorazione dello spazio fu realizzato nel dopoguerra, come sfida tra le due superpotenze, USA e URSS. Entrambe fecero lavorare i migliori scienziati e si servirono delle tecnologie militari usate nella Seconda guerra mondiale, quando l’aviazione aveva fatto progressi enormi.
Negozi vuoti
La politica della distensione
Il primo dirigente dell’URSS che denunciò i difetti del comunismo fu Michail Gorbaciov, capo del governo dal 1985. Egli tentò di indirizzare lo stato sovietico verso un radicale rinnovamento, per salvare l’URSS dal disastro economico e dalla rovina politica. In politica internazionale avviò la distensione con l’Occidente, concordando con gli Stati Uniti la riduzione dell’armamento atomico, divenuto troppo costoso per l’Unione Sovietica. Nel novembre del 1985 si tenne a Ginevra il primo incontro tra Gorbaciov e il presidente americano Ronald Reagan, nel quale si impostarono gli accordi per il disarmo. Nel 1987 fu firmato a Washington lo storico trattato, che prevedeva la distruzione di tutti i missili atomici puntati sull’Europa occidentale. Subito dopo, Gorbaciov ritirò le truppe sovietiche dall’Afghanistan.LA CATASTROFE DI CHERNOBYL
Un evento simbolico dell’arretratezza tecnologica dell’URSS fu l’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, avvenuto nel 1986. L’esplosione di un reattore della vecchia e insicura centrale provocò una fuoriuscita di sostanze radioattive che uccise migliaia di persone. Molte altre si ammalarono e morirono negli anni successivi. Una vastissima area fu contaminata. Si trattò di una delle più terribili catastrofi ambientali del secolo.
Trasparenza e riforme
• glasnost (trasparenza);
• perestroika (ristrutturazione).
La rivoluzione democratica
L’introduzione della libertà in Unione Sovietica fu un segnale di via libera per tutti i democratici che vivevano nell’Europa orientale e che da tempo si opponevano ai governi comunisti dei loro paesi. Gorbaciov tolse l’appoggio ai governi comunisti dell’Est europeo e rinunciò al controllo militare di quell’area. Il risultato fu che i regimi comunisti di tali paesi non ebbero più la forza di contrastare le richieste di democrazia diffuse tra la popolazione.La Polonia
Da tempo la Polonia tentava di uscire dal comunismo. Si era creato un dialogo tra il governo comunista e l’opposizione democratica rappresentata dal sindacato cattolico Solidarnosc («Solidarietà»), fondato da Lech Walesa. L’elezione, nel 1978, di un papa polacco (Karol Wojtyla, che prese il nome di Giovanni Paolo II) favorì la riconciliazione tra il partito comunista polacco e l’opposizione di Solidarnosc. Nel 1989 fu possibile un pacifico cambio di governo e, per la prima volta nel dopoguerra, un non-comunista divenne primo ministro. Nel 1990 Walesa fu eletto presidente della Repubblica polacca.La pacifica rivoluzione del 1989
Nel 1989 crollarono tutti i regimi comunisti dell’Est. Nella Germania orientale grandi e pacifiche manifestazioni popolari abbatterono il muro di Berlino, simbolo della guerra fredda, e portarono al potere partiti anticomunisti. In rapida successione la rivoluzione democratica coinvolse l’Ungheria, la Cecoslovacchia, la Bulgaria, la Romania. Solo in Romania fece vittime, tra cui il dittatore Ceausescu. Ovunque ai precedenti regimi subentrarono governi democratici, che dichiaravano di voler seguire l’esempio dei paesi dell’Europa occidentale (elezioni, pluralità dei partiti, diritti di libertà politica ed economica).La Germania di nuovo unita
Fine dell’Unione Sovietica
Insieme con il crollo degli stati comunisti dell’Est europeo, la stessa Unione Sovietica fu messa in discussione. Nel 1989 contro il governo centrale di Mosca esplosero rivolte in molte repubbliche dell’URSS. Nel biennio 1990-1991 le tre repubbliche baltiche, Lituania, Lettonia ed Estonia (annesse dall’URSS nel 1939), si proclamarono indipendenti. Altre repubbliche seguirono la stessa strada, liberandosi da ogni vincolo con Mosca. Undici delle rimanenti repubbliche formarono una Confederazione chiamata «Comunità degli Stati Indipendenti» (CSI), nella quale la Russia costituì la principale unità.Dall’URSS alla Russia
A Mosca nacquero aspre lotte per il potere. Esse culminarono nel tentativo da parte di alcuni settori dell’esercito e delle forze reazionarie del Partito comunista di attuare un colpo di stato per riprendere il controllo del governo sovietico (agosto 1991). Fallito il colpo di stato, il Partito comunista, al potere dal 1917, fu messo fuori legge. Fu decretata la fine dell’Unione Sovietica: dai palazzi di Mosca fu ammainata la bandiera rossa con falce e martello, simbolo dell’URSS. Lo stesso Gorbaciov perse ogni potere. Presidente della Russia, la principale delle repubbliche della CSI, fu eletto Boris Eltsin, esponente dei nuovi movimenti politici.Il mondo nuovo
Ancora guerra nei Balcani
Nell’area dei Balcani, la Jugoslavia si divise in cinque stati: Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Macedonia e Serbia. Quest’ultima aveva già prima una posizione di forza, che volle mantenere. Intervenne in Croazia e in Bosnia-Erzegovina, dove erano esplosi scontri armati tra i vari gruppi nazionali: serbi, croati, bosniaci. Sulla capitale della Bosnia, Sarajevo, s’indirizzò la pressione militare dei serbi, mentre in altre province erano le minoranze croate a scatenare i combattimenti. Un accordo, firmato nel 1995 con l’intervento del presidente americano Bill Clinton, portò alla pace. La pace però non si mantenne in tutta l’area. La guerra si trasferì in altre regioni, in particolare il Kosovo, con attacchi dei serbi contro la popolazione di origine albanese. La situazione migliorò quando le elezioni in Serbia portarono forze democratiche alla guida del paese. Fu allora che il governo diede il segnale di svolta atteso per la pacificazione nei Balcani: concesse che l’ex primo ministro Milosevic fosse portato davanti a un Tribunale penale internazionale, dove fu processato per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Milosevic morì in carcere prima della sentenza del tribunale.IL TRIBUNALE PER L’UMANITÀ
La Corte Penale Internazionale è un tribunale che giudica crimini internazionali. Ha sede all’Aja, nei Paesi Bassi. Le sue competenze sono limitate a pochi, gravissimi reati che riguardano la comunità internazionale: il genocidio (cioè l’intenzione di distruggere per intero un gruppo nazionale o religioso), i crimini contro l’umanità (violenze e abusi contro i popoli), i crimini di guerra (violazione delle leggi di guerra sottoscritte dagli stati).