FISSARE LE CONOSCENZE E SVILUPPARE LE COMPETENZE DI BASE

LA GUERRA FREDDA

Come hai studiato nel capitolo 12, dopo la guerra il mondo è diviso in due sfere d’influenza, ciascuna dominata da una superpotenza: USA E URSS. Ognuna delle superpotenze crea un’alleanza militare: la NATO, creata nel 1949, è l’alleanza occidentale, con a capo gli Stati Uniti; il Patto di Varsavia (1955) è l’alleanza dei paesi comunisti dipendenti dall’URSS ( CARTINA a pag. 351). Nel 1949 anche l’URSS costruisce la bomba atomica. Il mondo entra nel periodo della «guerra fredda». Si chiama così perché c’è un clima di guerra, ma un conflitto mondiale non può scoppiare. Infatti la guerra finirebbe senza vinti né vincitori, in quanto l’uso della bomba atomica provocherebbe distruzioni immense in entrambi i campi. Simbolo della guerra fredda è il muro di Berlino, costruito nel 1961. Il muro divide in due la città. Nessuno può passare da Berlino est (controllata dall’URSS) a Berlino ovest (sotto controllo americano), e viceversa.

LE DITTATURE IN AMERICA LATINA

L’URSS stronca con la forza qualsiasi tentativo di introdurre un po’ di democrazia nei paesi suoi alleati. Nel 1956 invade l’Ungheria e nel 1968 manda carri armati in Cecoslovacchia. Entrambi i paesi avevano cercato di rendersi un po’ indipendenti dall’Unione Sovietica. Gli Stati Uniti, invece, fanno in modo che in America latina (= America centrale e meridionale) ci siano sempre governi amici. Le industrie statunitensi, infatti, hanno molti interessi in quei paesi. In Cile, nel 1970, va al governo il socialista Salvador Allende. Egli nazionalizza (= fa diventare proprietà dello stato) le miniere, che prima appartenevano a imprese statunitensi. Allora gli USA appoggiano un colpo di stato militare. Nel 1973 Allende è ucciso e il generale Augusto Pinochet sale al potere. I militari cileni instaurano una dittatura feroce, che dura fino al 1980. Anche in Argentina i militari vanno al potere. Uccidono o sequestrano tutti gli oppositori. Migliaia di argentini sono desaparecidos, cioè scompaiono improvvisamente, catturati e uccisi dai militari. Di loro non si saprà più nulla.

LA FINE DEL COMUNISMO

Il sistema comunista va in crisi negli anni Ottanta. In URSS le industrie sono arretrate e c’è povertà. Nel 1985 il capo sovietico Michail Gorbaciov fa due riforme importanti. La prima si chiama glasnost (= trasparenza): introduce la libertà di criticare il comunismo e di formare nuovi partiti politici. La seconda riforma si chiama perestroika (= ristrutturazione) e concede libertà economica ai privati. Ciò significa che lo stato rinuncia a controllare tutta l’economia. La glasnost si diffonde nei paesi comunisti dell’Europa dell’Est. Si creano nuovi partiti e, nel 1989, i governi comunisti cadono in Polonia, Bulgaria, Cecoslovacchia, Ungheria e Romania. Nello stesso anno è abbattuto il muro di Berlino. Nel 1990 la Germania è riunificata in un unico stato. Nel 1991 il comunismo crolla anche in URSS. Il paese viene diviso in repubbliche indipendenti. La più grande è la Russia. Anche la Jugoslavia si divide in diversi stati, che però entrano in guerra tra loro.

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