L’Europa dal dopoguerra agli anni Ottanta

Il miracolo tedesco

Come hai visto nel precedente capitolo, nel dopoguerra l’Europa si trovò divisa in due settori: quello occidentale, della democrazia e del capitalismo, e quello orientale, della dittatura di un solo partito (il partito comunista) e dell’economia controllata dallo stato. La Germania occidentale in poco tempo tornò a essere una potenza economica. Sul piano politico si alternarono al governo i due principali partiti, quello socialdemocratico e la Democrazia cristiana. In alcune situazioni di difficoltà si formarono governi di «grande coalizione», con la partecipazione di entrambi gli schieramenti. Negli anni ‘70 i governi a direzione socialdemocratica (socialisti riformatori) conseguirono notevoli risultati. Furono garantite ampie sicurezze sociali ai cittadini attraverso il potenziamento dei servizi più importanti: scuole, assistenza, ospedali. Nei rapporti internazionali il cancelliere Willy Brandt (1969-1974) inaugurò la cosiddetta Ostpolitik, ossia la politica di distensione con la Germania Est e, più in generale, con i paesi dell’Europa dell’Est (che appartenevano all’area di influenza sovietica).

Laburisti e conservatori in Gran Bretagna

In Gran Bretagna le prime elezioni del dopoguerra furono vinte a sorpresa dai laburisti. Furono sconfitti i conservatori di Churchill, che era stato grande protagonista della politica inglese durante la guerra. Tra il 1954 e il 1961, durante il governo laburista, venne realizzato il più innovativo programma di riforme varato in quegli anni in Europa. La sanità fu resa pubblica, le ferrovie furono acquistate dallo stato e l’assistenza agli anziani migliorò sensibilmente. Nel 1979 si verificò una svolta. La vittoria dei conservatori portò alla carica di primo ministro una donna, Margaret Thatcher, che restò in carica fino al 1990. Per risolvere la crisi economica, la Thatcher ridusse lo stato sociale (welfare state, in inglese), ossia i servizi pubblici pressoché gratuiti di cui gli inglesi potevano usufruire, come la sanità, la scuola, i trasporti. Inoltre ingaggiò una dura lotta con i sindacati (specialmente quelli dei minatori), che difendevano i posti di lavoro nelle imprese che il governo voleva chiudere perché giudicate poco produttive. Per questa sua intransigenza, la Thatcher fu soprannominata Iron Lady («Signora di ferro»). I risultati furono dubbi: salì notevolmente la disoccupazione, perché le fabbriche e le miniere meno produttive furono chiuse e perché lo stato ridusse i servizi sociali. Tuttavia l’economia diede alcuni segnali di ripresa.

La democrazia nella Penisola iberica

Nella Penisola iberica sopravvivevano i due regimi dittatoriali formatisi negli anni ’30. Negli anni ’70 anche in questa parte di Europa fu instaurata la democrazia. In Portogallo la dittatura, che durava dal 1931, fu rovesciata nel 1974 da una rivolta di militari democratici appoggiati dalla popolazione. In Spagna il generale Franco, salito al potere dopo avere vinto la guerra civile del 1936-1939, avviò una prudente modernizzazione. Alla sua morte (1975) fu pacificamente ripristinata la democrazia, che fu la premessa per lo sviluppo economico degli anni ‘80.

La Grecia dei colonnelli

Durante la Seconda guerra mondiale, la Grecia era stata occupata dai nazisti. Dopo la guerra fu ripristinata la monarchia, che era appoggiata dai partiti di Centro-Destra, mentre quelli di Sinistra si opponevano. Scoppiò così una guerra civile, che si concluse nel 1949 con la vittoria dello schieramento moderato. Nel successivo ventennio, la Grecia ebbe governi deboli. Nel 1967 un gruppo di ufficiali fece un colpo di stato, imponendo al potere una giunta militare (il cosiddetto «regime dei colonnelli »). Una violenta repressione colpì tutti gli oppositori, in particolare i comunisti. La dittatura militare cadde nel 1974, quando fallì un tentativo di annettere l’isola di Cipro.

LEGGERE le CARTE

La questione irlandese
In Inghilterra né i laburisti né i conservatori riuscirono a trovare una soluzione al problema irlandese, che esplose con estrema gravità nella regione dell’Ulster (Irlanda del Nord annessa alla Gran Bretagna). Come vedi nella carta, l’Irlanda è divisa in due parti: la Repubblica d’Irlanda (uno stato indipendente nato nel 1920) e l’Ulster (o Irlanda del Nord), che fa parte del Regno Unito di Gran Bretagna. In Ulster vi è una minoranza di cattolici che vuole l’indipendenza dalla Gran Bretagna, dove prevale la religione protestante. La lotta per l’indipendenza si è svolta spesso con attentati terroristici, soprattutto a Belfast (capitale dell’Ulster), ma anche a Londra. Solo a partire dal 1994 la questione irlandese si è avviata a una soluzione pacifica.

StoriaFacile 3
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