L’America: sempre più grande e popolata

La grande emigrazione

Si calcola che, nella seconda metà dell’Ottocento, circa 30 milioni di europei abbandonarono il continente. La quota maggiore partiva dalla Gran Bretagna, seguita da Germania e paesi scandinavi. L’ultima ondata migratoria di fine secolo fu composta in maggioranza da ungheresi, slavi e soprattutto italiani. Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 dall’Italia partirono circa 10 milioni di persone. Lasciarono l’Europa anche molti ebrei della Polonia e della Russia, per sfuggire alle persecuzioni. Gli emigranti si diressero principalmente verso gli Stati Uniti, che ne accolsero circa 25 milioni. Altre principali destinazioni degli emigranti europei furono l’America latina (7 milioni, in particolare Argentina e Brasile), l’Australia e la Nuova Zelanda.

L’inserimento dei nuovi immigrati

Dopo essere sbarcati in America, gli emigranti dovevano superare ostacoli di ogni genere: dal capire la lingua al trovare alloggio e lavoro. La maggior parte di loro non aveva alcuna preparazione culturale e tecnica: per questo motivo finiva per praticare lavori umili e mal retribuiti. Anche l’inserimento nella società americana non fu facile. Infatti la maggioranza degli statunitensi, di origine inglese e di religione protestante, guardò con diffidenza gli immigrati cattolici (polacchi, irlandesi, italiani).

Continua l’espansione a ovest

Gli immigrati si diressero principalmente nelle città della costa atlantica. New York passò dai 60 000 abitanti di inizio Ottocento ai 3 500 000 del 1900. Dopo Londra, era la seconda città del mondo. Fenomeni analoghi si verificarono a Chicago (oltre 1 500 000 abitanti) e più tardi a Los Angeles, sulla costa del Pacifico. Una quota di immigrati invece si diresse a ovest. Con l’arrivo di milioni di nuovi coloni, il West fu definitivamente occupato dai bianchi e gli indiani vennero sterminati o chiusi nelle riserve.

Una nuova potenza economica

Gli Stati Uniti furono all’avanguardia nella tecnologia della seconda metà dell’Ottocento. Si diffuse l’utilizzo dell’elettricità, sia per uso domestico che industriale: alla fine del secolo, gli Stati Uniti avevano elettrificato quasi tutta la rete ferroviaria, le grandi città e le fabbriche. Anche il telefono ebbe una diffusione fulminea. Il motore a scoppio, inventato alla fine del secolo, confermò il primato statunitense: fu l’americano Henry Ford a realizzare una delle prime automobili e a costruire successivamente un impero industriale. Gli Stati Uniti balzarono ai primi posti dell’economia mondiale, a fianco della Gran Bretagna e della Germania.

PERCHÉ SI EMIGRAVA?

Nel XIX secolo gli spostamenti transcontinentali (cioè da un continente a un altro) aumentarono per effetto di molteplici fattori. Innanzi tutto la forte crescita della popolazione, più accentuata in Europa, non fu accompagnata da una uguale crescita dei posti di lavoro. Inoltre alcuni stati europei furono colpiti da crisi agricole e industriali, che diminuirono le possibilità di trovare lavoro e fecero alzare i prezzi degli alimenti. Così molti europei dovettero cercare lontano da casa il lavoro che il loro paese non offriva. Infine l’accelerazione dei trasporti, con le invenzioni del treno e delle navi a vapore, ridusse tempi e costi dei viaggi.

LEGGERE le IMMAGINI

Il progresso avanza

Questo quadro ha per titolo Progresso americano. Esso celebra lo sviluppo e la modernità degli Stati Uniti, raffigurati come una donna con vestito bianco che tiene sotto braccio un libro. Le ferrovie, le diligenze a cavalli, il telegrafo, il contadino che ara i campi, i coloni che avanzano. Sono queste le immagini che compongono una scena chiaramente ispirata all’idea del progresso e di un paese che avanza verso una meta.

1. Rintraccia nell’immagine tutti i dettagli indicati e cerchiali.
2. Che cosa non dice questo quadro su chi fu annientato dall’avanzata degli americani verso ovest?

StoriaFacile 3
StoriaFacile 3