FISSARE LE CONOSCENZE E SVILUPPARE LE COMPETENZE DI BASE

LA CRISI DI FINE SECOLO IN ITALIA

A fine Ottocento in Italia nascono industrie siderurgiche, chimiche e meccaniche. Tuttavia lo sviluppo industriale riguarda quasi solo il Nord del paese ( CARTINA a pag. 78). Nel 1898 l’aumento dei prezzi del pane e di altri generi alimentari scatena proteste in molte città. A Milano l’esercito spara sulla gente scesa in strada a protestare. Nel 1900 il re Umberto I viene ucciso dall’anarchico Bresci. Una parte dei cittadini vuole un governo autoritario, che riporti l’ordine e impedisca le lotte dei lavoratori. Invece il nuovo re, Vittorio Emanuele III, nomina un governo per fare riforme democratiche.

GIOLITTI AL GOVERNO

Nel 1903 diventa primo ministro Giolitti. Egli decide che il governo resti neutrale nei conflitti tra lavoratori e datori di lavoro. Questo significa che il governo non deve mandare la polizia o l’esercito a impedire scioperi o manifestazioni dei lavoratori. Giolitti fa riforme importanti: introduce le pensioni di vecchiaia e di invalidità; statalizza le ferrovie (= le ferrovie diventano proprietà dello stato); introduce il suffragio universale maschile, cioè attribuisce il diritto di voto a tutti i maschi con almeno 30 anni. Tuttavia Giolitti è criticato per i suoi metodi di governo, non sempre onesti: per esempio, paga alcuni parlamentari perché votino a favore del suo governo.

LA GUERRA DI LIBIA

All’inizio del Novecento, in Italia, ci sono molti nazionalisti ( PAROLA CHIAVE a pag. 79), i quali vogliono che l’Italia abbia colonie come le altre grandi potenze. Inoltre i nazionalisti vorrebbero una guerra contro l’Austria, per conquistare il Trentino e la Venezia Giulia. Queste due regioni, infatti, sono abitate da persone di lingua italiana, ma fanno parte dell’Impero austriaco. Anche per soddisfare i nazionalisti, nel 1911 Giolitti riprende la politica coloniale. L’Italia conquista la Libia, una regione situata nell’Africa del nord ( CARTINA a pag. 90). La guerra dura fino al 1912 ed è molto sanguinosa. La Libia, inoltre, si rivela una terra priva di risorse.

LA CORSA AGLI ARMAMENTI

All’inizio del Novecento crescono i contrasti tra potenze europee. Esse sono divise in due blocchi: la Triplice Alleanza (Germania, Austria e Italia) e la Triplice Intesa (Russia, Francia e Inghilterra). Francia e Inghilterra sono in competizione con la Germania sia per il dominio coloniale in Africa e Asia sia per la supremazia industriale in Europa. Austria e Russia, invece, sono in competizione per il controllo dei Balcani, un’area situata nell’Europa dell’est. Questi contrasti determinano la corsa agli armamenti ( PAROLA CHIAVE a pag. 79).

Sintesi attiva: L’INQUIETO INIZIO DEL XX SECOLO

Leggi il seguente testo e indica la parola esatta tra le due indicate in MAIUSCOLO. Poi ascolta e controlla se la tua sintesi è corretta.

A fine Ottocento, l’Italia cominciò a industrializzarsi con la nascita di industrie siderurgiche, chimiche e meccaniche. Tuttavia lo sviluppo industriale riguardò quasi esclusivamente il NORD SUD del paese. 

Nel 1898 l’aumento dei prezzi del pane e di altri generi alimentari scatenò proteste e manifestazioni. A TORINO MILANO l’esercito intervenne per reprimere con violenza le proteste. Una parte dell’opinione pubblica voleva un governo autoritario, che mettesse fine una volta per tutte alle lotte dei lavoratori. Invece prevalse l’orientamento di favorire riforme democratiche. Fu questa anche l’opinione del nuovo re Vittorio Emanuele III, succeduto nel 1900 al padre Umberto I, assassinato DAL COMUNISTA DALL’ANARCHICO Bresci.

Nel 1903 divenne primo ministro Giolitti, che sarebbe stato al potere quasi ininterrottamente fino al 1914. Giolitti proclamò L’INTERVENTO LA NEUTRALITÀ dello stato nei conflitti tra lavoratori e datori di lavoro. Promosse alcune riforme, come il SUFFRAGIO UNIVERSALE SUFFRAGIO UNIVERSALE MASCHILE, l’introduzione delle pensioni di vecchiaia e la nazionalizzazione delle FERROVIE STRADE . Con Giolitti l’Italia riprese la politica coloniale, conquistando IL MAROCCO LA LIBIA. La guerra fu lunga e sanguinosa: i soldati italiani commisero atrocità anche contro la popolazione civile. La nuova colonia si rivelò priva di risorse e inadatta a dare lavoro ai disoccupati. La conquista, però, appagò i NAZIONALISTI SOCIALISTI, che volevano che l’Italia facesse una politica di potenza. Essi inoltre erano ostili all’Austria, perché volevano la liberazione della Venezia-Giulia e del VENETO TRENTINO (terre abitate da italiani ma appartenenti all’Impero austriaco). L’Italia, tuttavia, era alleata dell’Austria e della Germania (Triplice ALLEANZA INTESA). Questa alleanza si contrapponeva a quella tra Francia, Inghilterra e Russia (Triplice ALLEANZA INTESA). All’inizio del secolo i rapporti tra le grandi potenze diventarono sempre più tesi, a causa della concorrenza commerciale e delle ambizioni territoriali. Cominciò una corsa agli armamenti che rendeva molto concreto il pericolo di una guerra.

StoriaFacile 3
StoriaFacile 3