I poveri per amore di Dio
La scelta del mercante di Lione
Valdesio era un ricco commerciante di Lione (in Francia). Nel 1173 decise di lasciare la sua casa, la sua famiglia e i suoi beni, e cominciò a vivere da eremita. Ma non si limitò a questo. Voleva far conoscere la Bibbia al popolo e a tale scopo la fece tradurre dal latino in francese. Egli stesso la imparò a memoria per poterla raccontare agli analfabeti. Fondò una comunità di persone chiamata i «poveri di Lione», di cui fecero parte soprattutto artigiani e commercianti. Ben presto questa comunità religiosa si diffuse in diverse regioni dell’Europa meridionale, in particolare in Francia e nell’Italia settentrionale. I suoi membri, chiamati valdesi, avevano idee religiose molto distanti da quelle della Chiesa. Negavano i sacramenti, fatta eccezione per l’eucarestia, citata nei Vangeli. Credevano che ogni cristiano fosse sacerdote, senza distinzione tra laici e clero. Erano pacifisti, ossia non ammettevano la guerra per nessuna ragione.Perché le donne non possono predicare?
I valdesi nel 1179 si recarono a Roma per incontrarsi con il papa Alessandro III e convincerlo a riconoscere le loro idee. In un primo tempo il papa sembrò dare loro ascolto, ma due questioni gli creavano un forte imbarazzo. La prima: i valdesi volevano essere riconosciuti come predicatori del Vangelo, pur non essendo sacerdoti. La seconda: anche le donne erano ammesse nelle loro comunità. Queste due situazioni contrastavano con la tradizione cattolica. Per la Chiesa, infatti, solo i sacerdoti erano autorizzati a predicare e soltanto i maschi potevano diventare sacerdoti.La Chiesa condanna i valdesi
Idee da un mondo lontano
Da diversi secoli, in Oriente, circolavano idee religiose che erano state condannate dalla Chiesa di Roma. Esse affermavano che esistono due divinità: un dio buono e giusto e un dio del male. Queste due divinità sono in lotta tra loro e compito degli uomini è far trionfare il dio del bene. Queste idee arrivarono in Europa nell’XI secolo, partendo dalla Bulgaria, dove era nata la setta dei bogomili, chiamati così dal nome del prete Pop Bogomil (o Teofilo). I bogomili rifiutavano i sacramenti e avevano uno stile di vita molto severo: i più osservanti rifiutavano i rapporti sessuali, erano vegetariani e non bevevano vino. L’imperatore bizantino Alessio I li contrastò duramente, bruciando i loro libri. Perseguitati in patria, i bogomili si spinsero verso Occidente, al seguito dei crociati di ritorno da Gerusalemme. Arrivarono così nell’Italia del nord e in Francia meridionale.I VALDESI OGGI
I valdesi sopravvissero in alcune valli del Piemonte e in Germania. Nel 1532 aderirono alla Riforma protestante. Subirono nuove persecuzioni nei secoli XVI e XVII finché, nel 1848, furono ufficialmente riconosciuti. Oggi la Chiesa valdese conta circa 20 000 fedeli in Italia. È divisa in chiese locali, ciascuna governata da un’assemblea, che elegge un consiglio formato da «anziani» e «diaconi». L’autorità suprema è costituita dal sinodo (composto da pastori e da una maggioranza di laici). Il sinodo a sua volta elegge un comitato direttivo di sette persone (la cosiddetta Tavola, con sede a Roma e, in estate, a Torre Pellice, in Piemonte), presieduto da un moderatore.
I catari
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Il vescovo caccia gli eretici
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Una lettera del papa
La Chiesa dei catari
Le eresie in Italia
I PATARINICATARI: UN NOME INFAMANTE?
Un monaco di quel tempo, Alano di Lilla, fece diffondere una spiegazione da lui inventata sull’origine del nome «catari». A suo dire, cataro derivava dal latino catus, «gatto». Voleva ricordare che, secondo la sua esperienza, i catari erano soliti praticare dei riti segreti e diabolici. Durante questi riti avrebbero baciato un gatto, simbolo di Satana. Si tratta di una spiegazione che ha un evidente scopo infamante. Altri monaci sostenevano invece che il nome «cataro» derivava dal francese chatier, che vuol dire «castigare», ma è un’ipotesi poco probabile. La Chiesa invece li chiamava «i perfetti». Tra di loro i catari si chiamavano più semplicemente «buoni cristiani».
Libere, povere e perseguitate
Le donne ebbero una parte importante nei movimenti ereticali del Medioevo. Alcuni gruppi, come i catari e i dolciniani, affermarono e cercarono di mettere in pratica la parità tra donna e uomo. Inoltre, in Europa, nacque il movimento chiamato Fraternità dei poveri, che era formato da sole donne. La leader del gruppo era una parigina di nome Jeanne Daubenton. Queste donne predicavano il Vangelo, vivevano in povertà e reclamavano libertà assoluta, come quella di girare completamente nude. L’unico dovere religioso che riconoscevano era una semplice preghiera da recitarsi in silenzio. Volevano che tutti i beni fossero messi in comune e che nessuno possedesse nulla in proprietà. Nel 1372 furono scomunicate; Jeanne Daubenton fu processata, condannata e arsa viva .L’anno meraviglioso per la Chiesa: il 1212
La crociata contro gli albigesi fu la prima guerra di religione all’interno del mondo cristiano. Contemporaneamente altre guerre si combattevano in nome della religione cristiana. Il 1212 fu un anno eccezionale per la Chiesa e per il cattolicesimo. In Spagna, a Las Navas de Tolosa, i tre re cristiani alleati, di Aragona, di Navarra e di Castiglia, sconfissero gli arabi, costretti a ritirarsi nel sud del paese. In Francia i crociati assediarono Tolosa, ultimo baluardo dei catari. Intanto in Oriente il regno cristiano di Gerusalemme effettuava importanti conquiste a danno dell’Impero bizantino.Il tribunale dell’Inquisizione
Nel 1231 papa Gregorio IX creò dei tribunali posti sotto l’autorità esclusiva del pontefice, che dovevano organizzare la ricerca e la punizione degli eretici. Nasceva così l’Inquisizione, uno dei mezzi più temuti ed efficaci per la persecuzione degli eretici. Per individuare i sospetti di eresia, l’Inquisizione si basava sulle denunce di privati e per ottenere la confessione usava la tortura. Il condannato era poi consegnato al signore feudale o al re perché eseguissero la pena. In caso di condanna a morte, l’eretico veniva bruciato sul rogo, su una pubblica piazza. In questo modo l’Inquisizione dava un terrificante ammonimento al popolo, perché non seguisse l’esempio dell’eretico.Il massacro dei perfetti
La crociata contro gli albigesi
La repressione della Chiesa si abbatté con particolare ferocia sugli albigesi. Nel gennaio del 1208 accadde l’evento che scatenò la guerra. Un ambasciatore del papa fu ucciso in Linguadoca. Immediatamente quell’assassinio fu attribuito al conte Raimondo VI di Tolosa, protettore degli albigesi. Il papa Innocenzo III ne approfittò per bandire una crociata contro gli albigesi, alla quale parteciparono i principi del nord della Francia. Nel 1209 i crociati calarono in Linguadoca e in Provenza e attaccarono le città di Carcassonne e Béziers. Fu una strage: i crociati assediarono ed espugnarono, una dopo l’altra, tutte le città fortificate della regione.
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