Dalle steppe della Mongolia alla conquista del mondo

Il popolo delle steppe

Mentre Venezia espandeva i suoi commerci in Oriente, qualcosa di nuovo e di importante accadeva nella lontana Mongolia. La Mongolia è una vasta regione asiatica a nord della Cina e della catena montuosa dell’Himalaya. Nel Medioevo quella regione era abitata da tribù di nomadi che vivevano di pastorizia e si spostavano con le loro greggi nelle praterie dell’altopiano. Per avere un’idea delle caratteristiche del territorio mongolo, pensa che la Mongolia di oggi è grande cinque volte l’Italia e ha una popolazione di poco superiore a quella di Roma. Gran parte del territorio, infatti, è costituito da steppe (pianure secche, prive di alberi, con bassa vegetazione, battute dai venti freddi), mentre una sezione molto ampia è occupata dal deserto del Gobi. Nel Medioevo (ma ancora oggi) i Mongoli vivevano pascolando le mandrie di cavalli, yak, cammelli, capre e pecore, in un ambiente terribilmente ostile. Estati torride, inverni gelidi, tempeste di ghiaccio, uragani di sabbia e polvere spazzavano l’altopiano mongolo.

IL TERRIBILE DESERTO

Il territorio del Gobi è desertico a causa del fenomeno chiamato ombra pluviometrica: le alte montagne dell’Himalaya trattengono le nubi e impediscono le piogge sul Gobi. Questo deserto è uno dei luoghi più inospitali al mondo, molto più del Sahara africano, nel quale invece le oasi consentono alle carovane di cammelli di trovare acqua e ristoro.


Deserto del Gobi.

Gengis Khan capo dei Mongoli

All’inizio del XIII secolo il capo di una tribù nomade divenne il sovrano dei Mongoli. Il suo nome era Temujin. Nel 1206 fu proclamato comandante generale delle tribù mongole e fu chiamato Gengis Khan, che significa «Signore del mondo» o «Imperatore oceanico». Egli riuscì a fare cessare gli scontri che da secoli laceravano la Mongolia, opponendo tribù nomadi a uomini sedentari.

I Mongoli invadono la Cina

I Mongoli vivevano ai confini di aree altamente civilizzate. A sud del deserto del Gobi vi era l’Impero cinese, una degli stati più progrediti del mondo. Contava una popolazione di 100 milioni di abitanti e aveva un’economia molto sviluppata. Si producevano grandi quantità di tessuti e le navi cinesi trasportavano prodotti in tutti i mari vicini. La Cina aveva costruito una lunghissima serie di mura, chiamate Grande Muraglia, che correvano per oltre 7000 km (la distanza che si compie andando tre volte avanti e indietro tra Torino e Reggio Calabria). La Muraglia avrebbe dovuto fermare le incursioni dei popoli confinanti. Tuttavia questa difesa non fu molto efficace, perché gli invasori mongoli riuscirono a sfruttare i punti deboli rappresentati dalle porte di cui, per forza, la Muraglia era dotata. Nel 1211 l’armata mongola guidata da Gengis Khan varcò la Grande Muraglia, per dilagare nella Cina settentrionale, saccheggiando il paese. Nel 1215 tutta la Cina settentrionale cadde sotto il dominio mongolo.

Il più grande impero mai visto

Dopo avere invaso la Cina, Gengis Khan si diresse a Occidente. Al comando delle sue truppe di formidabili guerrieri, in soli vent’anni costruì un impero vasto come mai si era visto prima. Si estendeva da Pechino alle rive del Volga, in Europa, dal mar della Cina fino alle sponde del mar Caspio, dai boschi della Siberia alle montagne del Tibet. Nemmeno Alessandro Magno, nemmeno i romani avevano conquistato territori tanto vasti. Un popolo abituato a vivere nelle tende, ad allevare capre, a compiere razzie nei momenti di difficoltà, si trovò a governare le più ricche e importanti città del mondo. Il più grande impero della storia, però, fu fondato nel modo più violento. Ovunque arrivavano, i Mongoli imponevano il loro dominio con una brutalità inconsueta anche per quell’epoca abituata alla violenza. Chi resisteva era punito con la morte, mentre gli abitanti dei paesi e delle città venivano massacrati a migliaia. Erano risparmiati solo gli artigiani, le giovani donne e chiunque poteva rendere servizi utili ai conquistatori.

Kublai Khan

Gengis Khan morì nel 1227, all’età di settantadue anni, per le conseguenze di una caduta da cavallo . Ma l’avanzata dei Mongoli non si fermò: i successori estesero i territori dell’impero e raggiunsero persino l’Europa. Un nipote, di nome Batu, conquistò la Russia settentrionale, la Polonia e l’Ungheria e fondò un regno chiamato dell’Orda d’Oro. Il più importante dei successori di Gengis Khan fu il nipote Kublai Khan, imperatore della Cina. Per i cinesi egli fu il primo imperatore della dinastia chiamata Yùan (parola che significa «origine»), che durò poco più di un secolo, dal 1260 al 1368.

La «pace mongolica»

Dopo aver assoggettato con la violenza molti popoli, i sovrani mongoli seppero assicurare un periodo di pace ai territori da loro governati. Grazie alle conquiste mongole, gran parte dell’Asia si trovò unificata in un unico impero. Questo favorì i rapporti con l’Occidente: infatti i mercanti potevano tranquillamente percorrere la via della seta e le altre vie commerciali che collegavano l’Europa all’Estremo Oriente. Fu grazie a questo clima pacifico (la cosiddetta «pace mongolica») che furono possibili viaggi come quello di Marco Polo, di cui parleremo nella prossima lezione.

Dal Mediterraneo all’Asia

La pace mongolica avvantaggiò Venezia, che aveva con l’Oriente frequenti e intensi contatti. Dall’Oriente più lontano (la Cina e l’India) arrivavano alle navi veneziane le rinomate spezie, il prodotto di maggiore pregio. Insieme con queste, giunsero strumenti per la navigazione (come la bussola), bevande che avrebbero poi preso piede in tutt’Europa (come il caffè) e prodotti ricercati dagli europei più ricchi, come la seta. Il segreto del successo commerciale di Venezia stava nella particolare forma politica che governava la repubblica. Nel resto d’Europa la nobiltà, in genere, ricavava le sue ricchezze dal possesso di terre. I nobili veneziani, invece, praticavano il commercio e si dedicavano ad attività bancarie. Il governo della repubblica proteggeva i suoi mercanti che operavano all’estero e attrezzava flotte che partivano per le mete più lontane, scortandole con navi militari per difenderle dai pirati e dai nemici.

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