La leggenda del Santo Graal

Durante il Medioevo erano diffuse numerose leggende, i cui protagonisti erano re e cavalieri. In Inghilterra alcune leggende furono riprese dai romanzi cavallereschi scritti nei secoli XII e XIII.
Un calice sacro 
Uno dei cicli di leggende più popolari fu quello del Santo Graal. Secondo queste leggende, il Graal è la coppa che Gesù avrebbe usato durante la sua ultima cena, prima di essere arrestato e condannato a morte. Il Graal sarebbe poi servito per raccogliere il sangue uscito dal petto di Gesù negli ultimi momenti di agonia sulla croce. Giuseppe d’Arimatea, discepolo di Gesù, avrebbe portato con sé quel calice in Francia, dove si recò per predicare il Vangelo. Poi se ne persero le tracce… 

Perceval alla ricerca del Graal 
La leggenda del Santo Graal è presente in numerose opere della letteratura medievale. Chrétien de Troyes, vissuto durante il XII secolo, fu autore del romanzo cavalleresco Perceval o Il racconto del Graal (1180 circa). Perceval (o Parsifal) era un cavaliere che si era messo alla ricerca del Graal. Così, nel romanzo, è descritto il sacro calice: «Il Graal era di puro oro, con pietre preziose di mille specie, le più ricche e le più preziose che ci siano in mare o in terra». 

La leggenda di re Artù 
Perceval era uno dei leggendari cavalieri della Tavola rotonda, riuniti alla corte di re Artù. Secondo diverse leggende medievali (anch’esse poi rielaborate nei romanzi cavallereschi), Artù divenne re d’Inghilterra estraendo la spada nella roccia. L’Inghilterra a quel tempo era priva di un re, perché i signori feudali erano in lotta tra loro e non riuscivano a mettersi d’accordo su chi dovesse regnare. Secondo una profezia, colui che fosse riuscito a estrarre una spada conficcata in una roccia avrebbe regnato sull’Inghilterra e avrebbe riportato la pace nel paese. Artù, sebbene fosse ancora un ragazzo, ci riuscì. Egli dunque era il predestinato, colui che doveva regnare sull’Inghilterra: i signori lo riconobbero e lo nominarono re.

Il mago Merlino 
Durante il suo regno, Artù fu sostenuto e consigliato dal mago Merlino. Anche Merlino è una figura leggendaria che ebbe grandissimo successo nel Medioevo e fu protagonista di alcuni romanzi. Secondo uno di questi, egli era figlio di una fanciulla e del diavolo. Possedeva il dono della profezia e la sua magia gli permetteva di compiere prodigi, come scatenare uragani, creare la nebbia e trasformare la fisionomia delle persone. Benché fosse «figlio del diavolo», egli mise la magia al servizio di una buona causa, quella del ritorno della pace e della prosperità in Inghilterra. 

I cavalieri della Tavola rotonda 
Anche la famosa Tavola rotonda sarebbe stata creata su suggerimento di Merlino. Si trovava a Camelot, la leggendaria residenza di re Artù. Vi sedevano i cavalieri più coraggiosi e importanti della corte di Artù. A seconda dei racconti, il loro numero varia da 12 a 150. Il più famoso è Lancillotto, a sua volta protagonista di romanzi cavallereschi. Ma perché la tavola era rotonda? Perché tutti i cavalieri di re Artù avevano la medesima importanza ed erano legati da un rapporto di solidarietà e lealtà. Infatti, a una tavola rotonda, non può esserci un capotavola, cioè non ci sono posti più prestigiosi di altri.

Il Graal ritrovato?

Durante il Medioevo, alcuni uomini credettero davvero di aver trovato il Santo Graal o di sapere dove si trovava. Anche queste, naturalmente, sono leggende, che fiorirono un po’ dappertutto in Europa. Alcuni pensavano che la preziosa coppa fosse nascosta a Gerusalemme. Secondo altri si trovava a Genova, nella cattedrale di San Lorenzo. Un altro calice identificato con il Graal si trovava, e si trova tuttora, nella cattedrale di Valencia, in Spagna. Infine un prezioso calice è custodito a Bari. Fu portato in città nel 1087 da un gruppo di mercanti che lo avevano ritrovato in Turchia.

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