L'Impero musulmano

I successori di Maometto

Maometto morì nel 632, dopo una breve malattia.
Non aveva eredi e non aveva dato disposizioni su chi dovesse prendere il suo posto. Alla sua morte, quindi, si presentò il problema della successione.
Scoppiarono lotte di potere tra i vecchi capi tribù e i nuovi dirigenti musulmani. Abu Bakr, genero e seguace di Maometto, s'impose come leader politico e religioso. Si fece chiamare califfo, che significa sovrano e vicario del profeta.

Sciiti e sunniti

Ben presto nella comunità islamica avvenne una divisione, dovuta alle rivalità per decidere a chi toccasse la carica di califfo. Nel 656 la nomina a califfo del genero di Maometto, Alì, fu il motivo che scatenò la divisione.
La lotta scoppiò tra chi intendeva riservare la carica ai membri della famiglia del profeta e chi invece voleva allargarla ad altre famiglie e ad altri capi tribù. I primi furono chiamati sciiti («coloro che hanno scelto», in riferimento alla scelta di Alì come successore). I secondi si chiamarono sunniti (da sunna, «la tradizione»).
Vi era anche una differenza di carattere religioso. Gli sciiti credevano che il Corano non potesse essere compreso da tutti. Occorreva che vi fosse un religioso incaricato di interpretarlo e di trasmetterlo ai fedeli.
I sunniti, invece, pensavano che ogni fedele abbia la capacità di capire il Corano.
Nel mondo islamico la divisione tra sciiti e sunniti non fu superata ed esiste tutt'oggi.

Inizia l'espansione araba

Il 633 fu un anno decisivo, perché segnò l'inizio delle conquiste arabe. Un doppio sogno animava quelle migliaia di uomini che da pastori e carovanieri del deserto si trasformarono in coraggiosi combattenti.
Il primo era quello della ricchezza: abituati alla durezza della vita nel deserto, gli arabi erano spinti alla conquista dalla prospettiva di diventare padroni di favolose ricchezze. Il secondo fattore che favorì le vittorie arabe era la convinzione di combattere una guerra santa contro popoli «infedeli», che avrebbero sconfitto grazie alla protezione di Allah.

Conquiste mondiali

Partendo dal nord dell'Arabia, le schiere musulmane avanzarono rapidamente in due direzioni.
La prima a nord-est, verso il Tigri e l'Eufrate, alla conquista delle fertili terre della Mesopotamia. In poco più di un decennio gli arabi annientarono l'antico impero di Persia che né i romani ai tempi di Augusto né i bizantini ai tempi di Giustiniano erano riusciti a sconfiggere. L'avanzata non si arrestò e arrivò fino a Samarcanda, ai confini della Cina.
La seconda direzione puntava dritto contro l'Impero bizantino: gli arabi conquistarono Palestina, Siria, Egitto e le coste del Mediterraneo, fino al Marocco. Di lì i musulmani varcarono lo stretto di Gibilterra e dilagarono in Spagna, distruggendo il regno romano-barbarico dei Visigoti. Mentre stavano per entrare in Francia, furono fermati dal condottiero dei Franchi, Carlo Martello, che li sconfisse nella battaglia di Poitiers nell'anno 732. Contemporaneamente avanzarono nel Mediterraneo, con la presa della Sicilia e di Creta.

Le ragioni del successo arabo

L'espansione araba fu incontenibile e cambiò la storia dei popoli coinvolti.
Quali furono le ragioni di tale clamoroso successo? Certamente vi furono motivi di carattere militare. Gli arabi disponevano di un esercito organizzato e combattivo, mentre gli imperi confinanti (il bizantino e il persiano) non erano altrettanto preparati. Inoltre gli arabi trassero forza dalla loro fede, che li incitava alla conquista. Per di più l'islamismo fu accolto con favore in alcuni paesi conquistati. I conquistatori si mostrarono tolleranti verso coloro che non intendevano convertirsi all'islàm e nelle terre occupate imposero una tassazione meno pesante di quella precedente.

POITIERS, LA BATTAGLIA

Poitiers è una città della Francia centro-occidentale. Il 17 ottobre 732 vi fu combattuta una battaglia tra cristiani e musulmani. È una data storica eccezionale per l'Europa, perché la vittoria dei cristiani costrinse gli arabi a fermare la loro avanzata.
I soldati di Carlo Martello ebbero la meglio sui musulmani, comandati da Abd al-Rahaman, per due motivi. Innanzi tutto perché i cavalieri franchi erano protetti da pesanti armature. In secondo luogo perché adottavano una staffa lunga, che dava al guerriero una maggiore stabilità in sella e più resistenza all'urto. Lo scontro durò l'intera giornata. Anche Abd al-Rahaman venne ucciso da un colpo d'ascia, probabilmente sferrato da Carlo Martello. Alla notizia della sua morte, gli arabi fuggirono nella notte, lasciando sul terreno feriti, tende e il bottino delle razzie che avevano effettuato prima della battaglia.

Un mercato grande come il mondo

Insieme con l'espansione religiosa, si formò una rete commerciale di dimensioni mondiali. Le navi arabe lasciavano i porti del golfo Persico dirette in India e in Cina. Altre raggiungevano le coste dell'Africa orientale.
Altre ancora risalivano il mar Rosso. Navi arabe attraccavano nei porti di Costantinopoli e di Alessandria d'Egitto. Tutto il commercio internazionale controllato dai musulmani faceva capo a Baghdad, che si trovava in posizione strategica fra il Mediterraneo e l'Asia. Era una delle più grandi città del mondo, con un milione e mezzo di abitanti.


Gli arabi attaccano una città bizantina difesa da mura (miniatura del XIII secolo).

LEGGERE le CARTE

Le conquiste arabe

La carta mostra le conquiste realizzate dagli arabi.
Il primo dato che colpisce è la rapidità dell'espansione araba: in meno di due secoli, gli arabi conquistarono un territorio che andava dalla Spagna ai confini con la Cina.
In secondo luogo, la carta mette in evidenza l'estensione straordinaria dell'Impero arabo. Mettilo a confronto con l'Impero bizantino o con un grande regno europeo come quello dei Franchi: ti rendi immediatamente conto che il territorio arabo è molto più esteso.
Infine quello arabo era un impero multietnico, dove cioè vivevano popoli diversi che professavano religioni differenti. E tale rimase, perché i conquistatori non obbligarono i popoli vinti a convertirsi all'islàm.

I signori del commercio

Gli arabi furono abili nell'organizzare i traffici via terra. Lungo le piste nel deserto costruirono edifici chiamati caravanserragli, cioè ricoveri per gli uomini e gli animali delle carovane. Eressero i funduq, che fungevano da magazzini per le merci. Le merci di maggior valore dirette al Mediterraneo erano:
• l'avorio africano, ricavato dalle zanne degli elefanti e utilizzato per produrre braccialetti, orecchini, soprammobili, statuette;
• gli schiavi, che provenivano soprattutto dall'Africa;
• le spezie (come il pepe, la noce moscata, la cannella), utilizzate per dare sapore ai cibi e per conservarli;
• le stoffe di seta.

Agricoltura e schiavi

Gli arabi divennero anche abili agricoltori. Con sistemi di irrigazione all'avanguardia riuscirono a rendere fertili diverse zone del deserto.
Fin dalle sue origini l'islàm adottò la schiavitù. Ma, secondo la legge musulmana, era proibito rendere schiave le persone libere all'interno dei territori conquistati. Gli schiavi potevano essere reclutati solo per nascita (in quanto figli di schiavi) o per importazione dalle terre al di là dell'islàm.
Perciò gli schiavi furono prelevati all'estero, non solo in Africa, ma anche in Asia e in Europa. Erano utilizzati nel lavoro dei campi nelle grandi proprietà agricole.

Lo scambio di prodotti

Essendo abili mercanti, gli arabi fecero circolare ovunque prodotti che, prima di loro, erano poco o per nulla conosciuti.
Dalla Cina importarono un'enorme quantità di beni: riso, canna da zucchero, alberi di gelso per nutrire i bachi da seta, vestiti e tessuti preziosi, cavalli veloci e pavoni, legno e aromi. Dall'India introdussero nei loro domini tigri, pantere, elefanti, legno di ebano, noci di cocco, gemme e pietre preziose. Dalla Persia fecero arrivare oro, argento, schiavi, ingegneri idraulici, lavoratori del marmo.

La carta

La carta, prodotta per la prima volta in Cina, fu introdotta nel mondo arabo e di qui raggiunse l'Egitto e la Spagna nel X secolo. L'introduzione della carta e la sua rapida diffusione cambiarono la società islamica. Resero possibile la circolazione dei libri e facilitarono la scrittura delle lettere e della corrispondenza amministrativa. Anche il commercio ebbe vantaggi dall'uso della carta.

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