Pericoli e successi
Come hai visto nelle lezioni precedenti, guerre e rivoluzioni avevano segnato l’Europa del primo Seicento, portando disordine ovunque. Anche in Francia la monarchia corse alcuni pericoli. Nelle campagne scoppiarono rivolte di contadini esasperati dalle tasse troppo pesanti. Ma queste ribellioni non preoccupavano il re, perché bastava mandare sul posto un battaglione dell’esercito, che faceva irruzione nel paese ribelle, distruggeva le cascine, bruciava i raccolti, uccideva i capi della rivolta. E la tranquillità, imposta con la forza, tornava, almeno per qualche tempo. Le minacce più gravi per i re francesi vennero da alcune famiglie nobili, ricche e potenti, dotate di un proprio esercito. Questi nobili si ribellarono perché volevano maggiore autonomia, cioè volevano poter governare le proprie terre senza dipendere dal re.
La Francia di Richelieu e Mazzarino
Tuttavia i sovrani francesi riuscirono a domare le rivolte dei nobili, anche grazie all’azione di un importante ministro, il cardinale Richelieu. Egli usò il pugno duro con i nobili ribelli: molti furono incarcerati e condannati a morte, e i loro castelli vennero distrutti. Nella Guerra dei trent’anni Richelieu schierò la Francia dalla parte dei protestanti, contro Austria e Spagna. Nel 1648, con la pace di Vestfalia, la Francia si assicurò importanti vantaggi territoriali, che rafforzarono la sua posizione di grande potenza. La Francia, con oltre 20 milioni di abitanti, era il paese più popolato d’Europa. Dopo la morte di Richelieu (1642) la Francia fu governata non dal re, che era ancora un bambino, ma da un ministro, l’italiano Giulio Mazzarino. Anch’egli contrastò la nobiltà, che voleva mantenere antichi privilegi.
Luigi XIV al potere
Quando, nel 1661, morì Mazzarino, il giovane re Luigi XIV decise di governare personalmente il paese. Nel corso del suo lungo regno, durato fino al 1715, Luigi XIV prese in prima persona le decisioni più importanti per i destini della Francia. Come stretti collaboratori aveva non più di cinque persone, tutte di sua fiducia, dalle quali dipendevano un centinaio di amministratori. Questi, a loro volta, utilizzavano circa un migliaio di dipendenti, che formavano il governo centrale della Francia. Per tenere sotto controllo il paese, Luigi XIV inviò nelle province uomini di fiducia, chiamati «intendenti». Erano incaricati di fare applicare in tutto il regno le leggi del sovrano, di comandare la polizia, di amministrare le tasse.