Il trionfo della nobiltà

Un gruppo sociale piccolo, ma importante

Nel Seicento il prestigio della nobiltà europea raggiunse il culmine. Chi erano i nobili, come vivevano e perché contavano più degli altri uomini? La nobiltà (o aristocrazia) era formata da poche persone. In Francia, negli stati tedeschi e in quelli italiani era nobile circa una persona su cento; i nobili erano un po’ di più in Spagna e in Polonia (otto su cento). Eppure a loro veniva riconosciuta una naturale superiorità sugli altri uomini. Già a prima vista i nobili apparivano superiori alla gente comune: andavano in giro armati di spada, indossavano vestiti di lusso e si circondavano di servitori. Avevano cioè uno stile di vita ben diverso da quello della gente comune.

Nobili si nasce…

Chi era nobile? O, meglio, quali erano i requisiti per essere nobili?
1. La nascita. In genere, per essere nobili, bisognava nascere da genitori nobili. La nobiltà era simile a un carattere ereditario, perché si trasmetteva di padre in figlio.
2. Il potere su altri uomini. I nobili avevano una posizione di comando su altri uomini: ad esempio sui contadini dei loro feudi, a cui imponevano tasse e lavoro, e sui soldati che comandavano in battaglia.
3. I privilegi. In genere l’aristocrazia non pagava le tasse e aveva tribunali speciali, che giudicavano soltanto i delitti commessi da nobili.
4. Lo stile di vita. I nobili non svolgevano attività manuali (lavori nei campi e nelle botteghe o professioni come il medico o l’avvocato) e coltivavano certi valori, come coraggio, lealtà, distacco dagli interessi materiali. Questo almeno dicevano a parole, anche se poi nella realtà le cose potevano andare diversamente.

… o si diventa

Una persona non nobile, ma che disponeva di molte ricchezze, poteva aspirare a entrare nell’aristocrazia. Nel Seicento, per esempio, si diffuse l’acquisto di patenti nobiliari. Quando le casse dello stato rischiavano di restare vuote (per una crisi economica o per le spese di guerra), il sovrano poteva decidere di vendere alcune cariche (tesoriere, giudice, amministratore) che garantivano l’ingresso nella nobiltà. Oppure vendeva alcune porzioni di terra dello stato, assicurando all’acquirente un titolo nobiliare. 

Nobiltà non significa ricchezza

Non tutti i nobili erano uguali tra loro. Alcuni disponevano di grandi ricchezze (terre, castelli, denaro) ed erano molto potenti. Vivevano nei castelli costruiti dai loro antenati oppure in sontuosi palazzi in città oppure a corte, vicino al re. Comandavano gli eserciti ed erano ambasciatori presso le corti straniere. Si trattava però di poche famiglie aristocratiche. In Francia li chiamavano i Pari, in Spagna i Grandi, in Inghilterra i Lords. Poi si scendeva a livelli inferiori fino ad arrivare al punto più basso, composto da nobili di campagna che erano decisamente poveri. Alcuni possedevano ancora un castello (che spesso andava in rovina, perché i proprietari non avevano soldi per la sua manutenzione) e poche terre, da cui ricavavano appena il necessario per vivere esigendo le tasse dai contadini.

Vita da nobile

Alcuni nobili erano impegnati al servizio dello stato, come ministri o ricoprendo qualche carica pubblica. Altri si dedicavano alla vita militare e comandavano gli eserciti. Ma la maggior parte di loro non aveva niente da fare tutto il giorno, poiché non lavorava. Pertanto passava il tempo a curare il proprio aspetto e a divertirsi. Nei loro palazzi i nobili organizzavano feste con balli e sontuose cene. Allietavano gli ospiti con musiche e rappresentazioni teatrali. Praticavano giochi come la pallacorda (l’antenato del nostro tennis) e si divertivano anche con i giochi d’azzardo, con le carte o con i dadi. Il re Francesco I, per esempio, aveva proibito il gioco dei dadi in tutta la Francia: si poteva giocare soltanto a corte. Il passatempo favorito dall’aristocrazia era comunque la caccia, praticata in boschi e prati dove solo i nobili potevano cacciare.

L’ECCEZIONE INGLESE

I Lords inglesi godevano di minori privilegi rispetto agli altri aristocratici d’Europa. Non avevano diritto a esenzioni fiscali, cioè pagavano le tasse come tutti gli altri inglesi. Non potevano costringere i contadini a versare tributi in natura (una parte dei raccolti) o in denaro. Il titolo di Lord si trasmetteva solo al figlio primogenito, mentre gli altri figli (chiamati cadetti) non potevano contare su alcun privilegio. I Lords erano pochissimi (meno di 200 000 nella sola Inghilterra, Scozia esclusa), ma avevano un alto concetto della loro condizione di superiorità rispetto a tutti gli altri sudditi del regno. Coloro che non potevano diventare nobili, anche se ne imitavano lo stile di vita, furono denominati snob.

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