SCIENZA & tecnologia

Processo alla scienza

Le illusioni di un buon cristiano
Compiendo i suoi studi, Galileo Galilei non aveva nessuna intenzione di mettersi in contrasto con la Chiesa. Egli riteneva che scienza e fede fossero due campi diversi, perciò si dedicò con entusiasmo a difendere e a divulgare la teoria copernicana. Riteneva che, grazie alle sue dimostrazioni, anche la Chiesa avrebbe accettato le nuove teorie scientifiche.


Il dipinto del pittore Luigi Catani del 1816 raffigura Galileo a Venezia in compagnia dei suoi allievi mentre prova le lenti con cui costruirà il suo primo cannocchiale (Firenze, Galleria d’Arte Moderna).

Tolomeo e Copernico a confronto
Nel 1623 fu eletto papa Maffeo Barberini, che prese il nome di Urbano VIII. Il nuovo papa era un uomo colto, amante delle arti e interessato alla scienza. Ciò rafforzò in Galileo la fiducia di vedere riconosciuta la bontà delle sue idee. Galileo si mise allora a scrivere la sua opera più famosa, il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. I due «sistemi» erano quello tolemaico e quello copernicano. Galileo li metteva a confronto e dimostrava l’esattezza della teoria copernicana.

Il processo
La reazione della Chiesa fu però molto dura. Il Dialogo fu inserito nell’Indice dei libri proibiti; Galileo, che era a Firenze, fu chiamato a Roma per essere processato. Ormai anziano (aveva 69 anni) e in cattive condizioni di salute, lo scienziato arrivò a Roma il 13 febbraio 1633. Il 12 aprile cominciò il processo. Galileo fu interrogato più volte. Dapprima tentò ancora di difendere le sue idee. Infine, stanco, malato, sfiduciato, ammise i suoi «errori »: dichiarò cioè di credere nella teoria tolemaica. 

La triste fine di Galileo
L’abiura lo salvò dalla tortura e forse dal rogo. Tuttavia il processo si concluse con la sua condanna come eretico. Fu condannato al carcere, ma poi ottenne di potersi ritirare nella sua villa di Arcetri, presso Firenze. Era comunque costantemente sorvegliato e gli era impedito di ricevere persone senza autorizzazione. Gli ultimi anni dello scienziato furono tristissimi. Una malattia agli occhi lo rese cieco. Soltanto le visite dei suoi allievi prediletti e della sorella monaca alleviarono un poco le sue sofferenze. Morì nel 1642.


Un processo del tribunale dell’Inquisizione (dipinto del XVII secolo).

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