I trasporti lenti
Fino al XIX secolo, mille ostacoli rendevano difficile spostarsi per via di terra. Le strade erano poche; i valichi di montagna erano chiusi per diversi mesi all’anno a causa della neve; sulle strade vi erano frequenti posti di pedaggio, dove le merci in transito venivano tassate. Per spostarsi su terra, il sistema più usato era andare a piedi oppure servirsi di carretti trainati da un cavallo, al cui fianco camminava il carrettiere. Poche persone potevano permettersi di utilizzare le diligenze a cavalli, che costavano care. Anche viaggiando in diligenza, comunque, i tempi di percorrenza erano lunghissimi: da Torino a Venezia, ad esempio, occorrevano cinque giorni di viaggio, contro le quattro ore di oggi con il treno.
L’invenzione della ferrovia
Proprio la ferrovia fu l’invenzione che rivoluzionò i trasporti via terra. Sono due gli elementi che costituiscono la ferrovia: il treno e la strada ferrata. L’invenzione del treno richiese molti anni di studi e di tentativi. Anche in questo caso, il progresso fu reso possibile dalla macchina a vapore. La locomotiva, infatti, non è altro che una macchina a vapore montata su un mezzo dotato di ruote. La locomotiva aveva ruote di ferro, e non poteva correre sulle normali strade in terra battuta perché l’attrito con il fango e le pietre l’avrebbe continuamente bloccata: per questo furono necessari i binari, lunghe strisce di ferro su cui le ruote del treno possono correre senza ostacoli. Anche così facendo, le prime locomotive raggiungevano velocità molto inferiori rispetto a quelle attuali, benché eccezionali per quel tempo. L’inglese George Stephenson e il figlio Robert sono considerati gli inventori del nuovo mezzo di trasporto. Nel 1829 Robert Stephenson presentò la locomotiva Rocket («Razzo») che vinse un importante concorso, a cui parteciparono inventori e costruttori di treni. La Rocket raggiungeva una velocità considerata straordinaria: oltre 30 km/h!
Da Manchester a Liverpool
Nel 1830 la città industriale di Manchester fu collegata al porto di Liverpool da una linea ferroviaria per il trasporto sia di merci sia di passeggeri. Questa ferrovia si rivelò più conveniente degli antichi sistemi di trasporto a cavallo o sulle barche lungo le vie d’acqua: con il treno, uomini e merci viaggiavano più rapidamente e a costi inferiori. Intanto migliorarono rapidamente le prestazioni delle locomotive. Nel 1840 la locomotiva North Star di Robert Stephenson correva già a 100 km/h.
L’era della ferrovia
Gli industriali inglesi capirono subito che con le ferrovie si potevano trasportare notevoli quantitativi di merci e un numero elevato di persone; che si potevano percorrere lunghe distanze a una velocità sostenuta; che si ottenevano risparmi nei costi di trasporto. A partire dagli anni ‘40 in tutta Europa iniziò una frenetica corsa per costruire stazioni, locomotive, vagoni e binari. Era nata l’era della ferrovia. La prima ferrovia italiana (1839) collegò Napoli al vicino paese di Portici: fu voluta dal re, ma al contrario della prima ferrovia inglese era stata realizzata più per ragioni di prestigio personale che per avviare un vero sviluppo industriale.
LO SVILUPPO DELLE FERROVIE NEL XIX SECOLO IN EUROPA |
Anno |
km di binari |
1831 |
332 |
1841 |
8591 |
1851 |
38 022 |
1861 |
106 886 |
1871 |
235 375 |
Navi a vapore solcano gli oceani
Nei primi decenni dell’Ottocento, la macchina a vapore fu applicata anche alle navi. Sfruttando la spinta del vapore, furono realizzati battelli mossi da grandi pale circolari posizionate ai fianchi. Nel 1838 due imbarcazioni inglesi a vapore, la Sirius e la Great Western, effettuarono la prima traversata dell’Atlantico. Tempo impiegato: 14 giorni, contro i 30 occorrenti a un normale veliero (cioè nave a vela). A perfezionare la navigazione a vapore intervennero due fondamentali invenzioni: l’elica, ideata nel 1838, che fece ben presto abbandonare le troppo fragili ruote a pale, e gli scafi interamente in ferro, che consentirono di costruire navi più veloci e sicure.
La Ferdinando I di Napoli fu la prima nave a vapore italiana.