SCIENZA & tecnologia

Viaggiare in treno

Il treno va veloce, ma come si fa a frenare?
I primi costruttori di treni dovettero affrontare il problema della sicurezza. Lo risolsero con sistemi frenanti che, collocati su alcuni vagoni, venivano azionati manualmente dai ferrovieri. Ciascun addetto obbediva a un segnale, per procelo più dato dal fischio della locomotiva, per chiudere o aprire i freni. Il sistema comportava però parecchi inconvenienti, come la lentezza e la non simultaneità della risposta dei frenatori ai segnali. In pratica: se bisognava frenare improvvisamente, il sistema non era molto sicuro. Una soluzione al problema fu trovata solo dopo il 1870, con l’installazione di sistemi frenanti continui, azionati dal conducente della locomotiva.

Questa incisione raffigura un incidente ferroviario avvenuto in Inghilterra nel 1865, quando sei carrozze di un treno caddero da un ponte in riparazione. Su quel treno viaggiava il celebre scrittore inglese Charles Dickens, che si salvò miracolosamente.

Un bastone provvidenziale
Nelle reti ferroviarie a binario unico un grave pericolo era costituito dagli scontri frontali fra treni che procedevano in direzioni opposte sul medesimo binario. Per evitare incidenti, fu istituito un sistema «a bastone». Il movimento di un treno su tratti a binario unico era consentito solo se il macchinista era in possesso di un bastone speciale. Nessun treno poteva procedere se prima al macchinista non fosse arrivato il bastone dal collega che guidava il treno proveniente dalla direzione opposta.

Uno dei primi vagoni letto che, dagli anni ’70 dell’Ottocento, cominciarono a circolare sulle tratte internazionali.

L’Orient Express
Solo a fine secolo circolarono le carrozze-ristorante, che inaugurarono l’epoca dei «grandi espressi europei ». Nel 1883 partì da Parigi il primo convoglio dell’Orient Express. Con un viaggio di oltre 80 ore, compresi due trasbordi su battello e su nave, il convoglio giungeva a Costantinopoli. Tra i primi treni europei ci fu il Calais-Nizza-Roma Express, con vagoni letto e vetture ristorante. Divenne una tratta della India Mail, il servizio postale che partiva da Londra, attraversava in ferrovia la Francia e l’Italia; poi, a Brindisi, prendeva il mare fino in India.

Il comfort
Agli inizi, i costruttori di vagoni si limitarono ad adattare le carrozzerie delle diligenze a cavalli ai nuovi veicoli ferroviari. Di conseguenza, i vagoni passeggeri erano composti da compartimenti identici a quelli delle diligenze e accostati l’uno all’altro. Ai telai in legno vennero ben presto preferiti però telai in ferro, mentre per l’interno delle carrozze si studiarono sistemi di insonorizzazione, che attutivano il rumore assordante del treno in movimento. L’illuminazione fu fornita dalle candele per parecchi decenni, finché intorno al 1860 non vennero introdotti gli impianti a gas.

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«Chi va in treno rischia la vita!»
L’invenzione del treno suscitò entusiasmo, ma anche sgomento e paura. Ci furono persino grida di allarme sulle «patologie da treno», cioè sulle malattie che si potevano contrarre viaggiando in treno. Nel 1836, per esempio, la prestigiosa Accademia di Medicina di Parigi lanciava questo allarme:

"Il passaggio troppo rapido da un clima all’altro produrrà effetti mortali sulle vie respiratorie. L’ansia per i pericoli corsi costantemente terrà i viaggiatori in perpetuo stato di tensione e sarà causa di malattie cerebrali. Per una donna incinta il viaggio porterà immancabilmente all’aborto con tutte le sue conseguenze."

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