STORIA & memoria

Il lavoro in fabbrica e in miniera

La durissima vita del minatore
Il progresso tecnico di inizio Ottocento perfezionò lo sfruttamento delle miniere, ma non cambiò le condizioni del lavoro umano. Quello del minatore rimase un mestiere pesantissimo e molto pericoloso. Gli operai di miniera erano divisi in due categorie: i minatori e i trascinatori. Con esplosivo, pale e picconi i minatori estraevano il carbone dal fondo delle gallerie. Dopo di che, il carbone veniva caricato su carrelli di legno e spinto dai trascinatori, a forza di braccia, fino al pozzo, da dove era issato con carrucole e portato all’esterno. Quello del minatore era un lavoro sporco, svolto in un ambiente eccessivamente caldo e umido. Nelle miniere di carbone gli operai contraevano molte malattie, la più terribile delle quali era la silicosi, causata dall’inalazione del pulviscolo di pietra silicea, il minerale che contiene il carbon fossile.

A cinque anni, sepolti vivi
I minatori dovevano possedere grande forza e resistenza fisica. Pertanto erano tutti uomini. I trascinatori, invece, erano spesso donne e bambini. Questi ultimi, essendo piccoli di statura, passavano più facilmente negli stretti cunicoli delle miniere. Lavoravano in miniera bambini di 8-9 anni, ma talvolta anche più piccoli, di soli 5 o 6 anni. Essi trascorrevano l’intera giornata in miniera: il lavoro cominciava intorno alle 5 e 30 del mattino e poteva continuare anche per 18 ore. In pratica, questi bambini non vedevano mai la luce del sole.

I bambini operai
Bambini e ragazzi lavoravano anche nelle fabbriche, con orari lunghissimi e facendo anche i turni di notte. Gli imprenditori assumevano volentieri i bambini, perché erano in genere più docili e perché potevano essere pagati meno degli adulti. La prima legge sul lavoro minorile fu emanata in Inghilterra nel 1831. Proibiva il lavoro ai minori di 9 anni e poneva limiti all’impiego dei minori di anni 21 nel lavoro notturno.

Le città minerarie
Nell’Ottocento intorno alle miniere di carbone sorsero piccole città di minatori, composte di baracche e casette tutte uguali che ben presto si coprivano di una grigia polvere di carbone. Le abitavano i minatori, che sposavano di preferenza donne provenienti dalla loro stessa regione oppure operaie della stessa miniera. In genere, tutta la famiglia lavorava in miniera: l’uomo come minatore, la moglie e i figli come trascinatori.

Salute e fabbrica
Il lavoro in fabbrica era nocivo alla salute: il frastuono delle macchine era tale che impediva persino di parlare; i fumi inquinavano l’aria; il fuoco delle fonderie o delle caldaie a vapore costituiva una continua minaccia. In ambienti così pericolosi gli incidenti erano frequenti e le condizioni di lavoro pesantissime. Fino alla metà del secolo la durata media degli orari variava dalle 12 alle 15 ore al giorno, per 6 giorni la settimana, senza ferie, senza mutua, senza pensione. I salari, nella migliore delle ipotesi, garantivano un livello minimo di sussistenza. Ciò significava vivere in case simili a baracche nei quartieri poveri delle città industriali, in pessime condizioni igieniche e facendo un solo pasto al giorno. Una malattia, un infortunio o il licenziamento potevano in qualsiasi momento gettare sul lastrico l’operaio e la sua famiglia. I servizi sociali erano insufficienti: ad esempio, le scuole erano poche, e alcune con classi composte anche da cento bambini. Del resto, come abbiamo visto, i figli delle famiglie povere cominciavano a lavorare giovanissimi e non frequentavano la scuola: non avevano quindi la speranza di poter fare un lavoro diverso da quello dei loro genitori e vivere una vita meno povera e difficile.

LEGGERE le FONTI

È una fabbrica o una prigione?
Severi regolamenti disciplinavano il lavoro degli operai in fabbrica. Questo è il regolamento di un’industria tessile piemontese del 1835.

"La giornata di lavoro è composta di 12 ore in tutte le stagioni. Multe per gli operai che non rispettano i regolamenti: chi entra un quarto d’ora dopo il primo suono della campana perderà un quinto dello stipendio della giornata. Abbandonare il posto di lavoro e conversare con i compagni: un quarto. Dormire di notte [durante il turno lavorativo notturno]: una giornata [di paga in meno per l’operaio]. Dormire di giorno, mezza giornata; dormire in piedi, mezza giornata. Bere vino, mangiare e sporcare i locali della fabbrica: un quarto di giornata. Cantare, camminare o parlare: un quarto. Entrare in fabbrica per qualsiasi altra porta diversa da quella principale, darà il diritto di fare arrestare l’operaio come delinquente [perché passando per altre porte l’operaio potrebbe rubare materiali della fabbrica o allontanarsi dal posto di lavoro di nascosto]."

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