I PROTAGONISTI

Avventure e sventure di Cristoforo Colombo

Il primo viaggio
La vita di Cristoforo Colombo fu segnata da successi e insuccessi. I suoi viaggi in America furono quattro. Nel primo, quello del 1492, scoprì alcune isole dei Caraibi, tra cui Cuba e Haiti, chiamata «Hispaniola». Al ritorno in Spagna, fu accolto in modo trionfale.

Il secondo viaggio
Nel novembre del 1493 Colombo era nuovamente in viaggio, a capo di una spedizione più consistente della prima, con 17 navi e 1200 uomini.
Raggiunta Haiti, non trovò più traccia degli uomini incontrati nella prima spedizione, poiché erano stati uccisi in scontri con le popolazioni locali. Non trovò nemmeno oro né spezie, con grave disappunto dei marinai, che chiesero perciò di rimpatriare.

Il terzo viaggio
Rientrato in Spagna, riuscì a farsi finanziare una terza spedizione (1498-1500), nel corso della quale toccò la terraferma del continente americano, presso le foci del fiume Orinoco. Egli continuava a credere di trovarsi in Asia.
Intanto i sovrani spagnoli lo avevano nominato viceré dell’isola di Haiti.
Colombo però si dimostrò inadatto ad affrontare i gravi problemi posti dall’arrivo dei primi coloni spagnoli in terra americana. Pertanto dalla Spagna fu inviato un commissario straordinario, che gli tolse il comando e lo rimandò in catene in patria, con l’accusa di corruzione.

Un uomo solo e dimenticato
Rimesso in libertà per intervento della regina Isabella, sua protettrice, Colombo poté compiere un quarto viaggio. Partì nel 1502 insieme con il figlio Fernando e si inoltrò fino alle coste del Centro America. Nel corso del viaggio, la sua salute cominciò a vacillare. Rientrato in Spagna, scoprì di essere ormai un uomo solo: Isabella era morta; tutta la corte gli aveva voltato le spalle.
Colombo morì a Valladolid nel 1506, nel disinteresse generale. Da morto, egli attraversò due volte quell’oceano da lui sfidato da vivo: dapprima il suo corpo fu portato a Santo Domingo, e più tardi all’Avana; nel 1898 fu riportato in Spagna, dove fu sepolto e gli fu dedicato un fastoso monumento nella cattedrale di Siviglia.

LEGGERE le FONTI

Diario di bordo di Cristoforo Colombo
Non avendo trovato né oro né spezie né altre ricchezze, Colombo suggerì ai re spagnoli un altro modo di sfruttare le terre che aveva scoperto: il commercio degli schiavi.
Nel 1492, pochi giorni dopo lo sbarco, Colombo già annotava nel suo diario:
"Questi indiani vanno nudi come la madre li partorì, sono tutti assai ben fatti, bellissimi di corpo e di graziosa fisionomia, non portano armi e nemmeno le conoscono. […]
Se le Vostre Altezze [i re di Spagna] ordinassero di condurli tutti in Spagna o di tenerli schiavi nella loro stessa isola, potrebbero farlo facilmente, perché con una cinquantina di uomini li terranno tutti sottomessi e potranno far di essi quello che vorranno."

Nel 1495, di ritorno dal suo secondo viaggio in America, Colombo fece imbarcare sulle sue navi alcune centinaia di indios, con l’intenzione di portarli al mercato degli schiavi di Siviglia. Ma questa volta il suo progetto naufragò…
"Giunti nel mare di Spagna, morirono dei detti indiani, credo per l’aria più fredda del solito, circa 250 persone, le quali gettammo in mare. Assai presto entrammo nel porto di Cadice e qui scaricammo tutti gli schiavi, li quali erano mezzo malati. Non sono uomini di fatica e temono molto il freddo e inoltre non hanno lunga vita."

Dopo aver letto le fonti, rispondi a queste domande.
1. Perché Colombo ritiene che gli indios possano facilmente essere fatti schiavi?
2. Perché fallisce il progetto di Colombo di portare in Spagna degli indios da rivendere come schiavi?

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