Diario di bordo di Cristoforo Colombo
Non avendo trovato né oro né spezie né altre ricchezze, Colombo suggerì ai re spagnoli un altro modo di sfruttare le terre che aveva scoperto: il commercio degli schiavi.
Nel 1492, pochi giorni dopo lo sbarco, Colombo già annotava nel suo diario:
"Questi indiani vanno nudi come la madre li partorì, sono tutti assai ben fatti, bellissimi di corpo e di graziosa fisionomia, non portano armi e nemmeno le conoscono. […]
Se le Vostre Altezze [i re di Spagna] ordinassero di condurli tutti in Spagna o di tenerli schiavi nella loro stessa isola, potrebbero farlo facilmente, perché con una cinquantina di uomini li terranno tutti sottomessi e potranno far di essi quello che vorranno."
Nel 1495, di ritorno dal suo secondo viaggio in America, Colombo fece imbarcare sulle sue navi alcune centinaia di indios, con l’intenzione di portarli al mercato degli schiavi di Siviglia. Ma questa volta il suo progetto naufragò…
"Giunti nel mare di Spagna, morirono dei detti indiani, credo per l’aria più fredda del solito, circa 250 persone, le quali gettammo in mare. Assai presto entrammo nel porto di Cadice e qui scaricammo tutti gli schiavi, li quali erano mezzo malati. Non sono uomini di fatica e temono molto il freddo e inoltre non hanno lunga vita."
Dopo aver letto le fonti, rispondi a queste domande.
1. Perché Colombo ritiene che gli indios possano facilmente essere fatti schiavi?
2. Perché fallisce il progetto di Colombo di portare in Spagna degli indios da rivendere come schiavi?