La caravella
Le scoperte geografiche avvenute nei secoli XV-XVI si spiegano con i progressi della navigazione. Decisiva fu la costruzione di un nuovo tipo di nave: la caravella. Era una nave robusta e facilmente manovrabile, dotata di due vele quadrate che permettevano di prendere il vento da poppa (la poppa è la parte posteriore di un’imbarcazione).
Aveva inoltre una vela triangolare (vela latina) che ruotava su se stessa e consentiva di sfruttare le direzioni a sorpresa di venti sconosciuti. La nave era pilotata grazie a un timone a ruota, che fu la principale novità introdotta sulle navi europee a quell’epoca.
La difficoltà di misurare il tempo
A bordo delle navi nulla era lasciato al caso: ogni marinaio aveva compiti precisi.
Si doveva mantenere continuamente aggiornata la misurazione del tempo.
Per tutto il Cinquecento gli equipaggi non avevano a disposizione orologi a carica in grado di contare il trascorrere delle ore. L’unico strumento presente a bordo delle navi era la clessidra, detta anche «orologio a sabbia». Gli spagnoli la chiamavano con il termine ampolleta. Si trattava infatti di un’ampolla di vetro nella quale la sabbia scendeva dalla parte superiore a quella inferiore, impiegando esattamente trenta minuti. Toccava al mozzo - un marinaio di giovane età - il compito di sorvegliare la clessidra e di rovesciarla ogni mezz’ora.