SCIENZA & tecnologia

Una giornata in mare

La caravella
Le scoperte geografiche avvenute nei secoli XV-XVI si spiegano con i progressi della navigazione. Decisiva fu la costruzione di un nuovo tipo di nave: la caravella. Era una nave robusta e facilmente manovrabile, dotata di due vele quadrate che permettevano di prendere il vento da poppa (la poppa è la parte posteriore di un’imbarcazione).
Aveva inoltre una vela triangolare (vela latina) che ruotava su se stessa e consentiva di sfruttare le direzioni a sorpresa di venti sconosciuti. La nave era pilotata grazie a un timone a ruota, che fu la principale novità introdotta sulle navi europee a quell’epoca.

La difficoltà di misurare il tempo
A bordo delle navi nulla era lasciato al caso: ogni marinaio aveva compiti precisi.
Si doveva mantenere continuamente aggiornata la misurazione del tempo.
Per tutto il Cinquecento gli equipaggi non avevano a disposizione orologi a carica in grado di contare il trascorrere delle ore. L’unico strumento presente a bordo delle navi era la clessidra, detta anche «orologio a sabbia». Gli spagnoli la chiamavano con il termine ampolleta. Si trattava infatti di un’ampolla di vetro nella quale la sabbia scendeva dalla parte superiore a quella inferiore, impiegando esattamente trenta minuti. Toccava al mozzo - un marinaio di giovane età - il compito di sorvegliare la clessidra e di rovesciarla ogni mezz’ora.

La preghiera del mozzo
A quei tempi viaggiare per mare era un’avventura irta di pericoli: si correva il rischio di fare naufragio di perdere la rotta, di restare senza cibo e acqua, di essere assaliti dai pirati, di venire travolti dal mare in burrasca. Per questo motivo a bordo i marinai pregavano di frequente e con una regolarità simile a quella dei conventi.
Sulla nave di Colombo salpata nel 1492, l’equipaggio recitava una preghiera ogni mezz’ora. La preghiera era condotta dal ragazzo più giovane. Era naturale sperare che Dio si sarebbe mosso a pietà nell’ascoltare la voce di un innocente fanciullo.
Le preghiere recitate all’alba e al tramonto comunicavano un’emozione più intensa. Sulla nave di Colombo l’alba era salutata dal mozzo di guardia con questa preghiera:

"Benedetta sia la luce
e la Santa Vera Croce
e il Signore della Verità
e la Santa Trinità;
benedetta sia l’anima
e il Signore che ce la manda;
benedetto sia il giorno
e il Signore che ce lo invia."

I pasti a bordo
Per nutrirsi, i marinai disponevano di una scarsa varietà di cibi. Alzatisi all’alba, prendevano un pezzo di galletta,
qualche spicchio d’aglio (ritenuto utile per preservare dalle malattie), un boccone di formaggio o una sardina salata. Intorno alle 11 consumavano l’unico pasto caldo della giornata, cucinato su un focolare posto sul ponte della nave. Si consumavano discreti quantitativi di carne, conservata sotto sale e cotta nell’olio in grandi padelle. Inoltre potevano essere cucinati pesce, riso e lenticchie. A bordo non c’erano né frutta né verdura, perché deperibili. La mancanza di vitamine esponeva i marinai al rischio di contrarre lo scorbuto.

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