FISSARE LE CONOSCENZE E SVILUPPARE LE COMPETENZE DI BASE

IL DOPOGUERRA IN ITALIA

Dopo la Prima guerra mondiale, in tutti gli stati ci sono povertà e disoccupazione. Nel 1919, in Italia, i contadini, delusi perché il governo non ha distribuito le terre (come aveva promesso di fare), occupano le terre dei grandi proprietari. Nel 1920 gli operai occupano le fabbriche. Questi due anni sono chiamati «biennio rosso» (il rosso è il colore del Partito socialista e del movimento dei lavoratori). Proprietari terrieri e industriali accusano il governo di non intervenire per far cessare le occupazioni. Cercano allora appoggio nei Fasci di combattimento, un movimento politico fondato nel 1919 da Benito Mussolini. I fascisti (cioè gli aderenti ai Fasci di combattimento), organizzati in squadre armate, assaltano le sedi dei sindacati e commettono violenze ai danni dei lavoratori in sciopero. Il governo tollera queste azioni e i fascisti ottengono l’appoggio anche di parte della borghesia, convinta che essi possano riportare ordine in Italia.

IL FASCISMO AL POTERE

Il 28 ottobre 1922 i fascisti organizzano la marcia su Roma. Fascisti armati giungono a Roma da ogni parte d’Italia, chiedendo di andare al governo. Il re Vittorio Emanuele III potrebbe fare intervenire l’esercito e disperderli. Invece cede e nomina Mussolini primo ministro. Nel 1924 si tengono le elezioni. I fascisti le vincono grazie a violenze contro gli elettori e a irregolarità nel voto. Il deputato socialista Matteotti denuncia queste illegalità, ma i fascisti lo rapiscono e uccidono. Mussolini stesso si attribuisce la responsabilità del delitto. Tuttavia il re lo lascia al suo posto.

VERSO LA DITTATURA

Nel 1925, dopo il delitto Matteotti, Mussolini comincia a instaurare una dittatura. Non si tengono più libere elezioni e il Parlamento non conta più nulla. Tutti i poteri spettano al Gran consiglio del fascismo, con a capo Mussolini stesso. È creato un Tribunale speciale per giudicare coloro che si oppongono al fascismo ( PAROLA CHIAVE a pag. 165). Molti antifascisti sono mandati in carcere o al confino (in luoghi isolati lontani da casa propria). Altri vanno in esilio (sono i fuoriusciti). Nel 1929 lo stato italiano e la Chiesa cattolica stipulano i Patti lateranensi. Il cattolicesimo è riconosciuto come religione ufficiale dello stato e il suo insegnamento diventa obbligatorio nelle scuole. L’accordo con il papa fa guadagnare a Mussolini la fiducia di una parte dei cattolici italiani. Il governo fa bonificare (cioè prosciugare) alcune zone paludose, per poterle far coltivare. Inoltre lancia la «battaglia del grano», un programma per aumentare la produzione di grano. Il fascismo vuole che l’Italia raggiunga l’autarchia, cioè la capacità di produrre tutto quello che serve, senza dover importare niente dall’estero.

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