I socialdemocratici
Gli anarchici
Gli anarchici sognavano una società libera, senza lo stato e senza la proprietà privata. Erano quindi contrari sia alle idee di Marx sia a quelle dei socialisti riformisti, perché entrambe volevano cambiare la società, ma non abolire lo stato. La guida politica degli anarchici fu il russo Bakunin, che ebbe molto seguito in Italia. Gli anarchici volevano realizzare il loro programma con due strumenti: 1. gli scioperi generali, cioè scioperi di tutti i lavoratori di tutte le categorie; 2. gli attentati contro persone simboliche della società che gli anarchici volevano abbattere (sovrani e capi di stato). Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, ci fu una lunga catena di attentati compiuti dagli anarchici e da rivoluzionari contro personaggi di spicco. Morirono lo zar di Russia Alessandro II, il presidente della Repubblica francese, il primo ministro spagnolo, l’imperatrice d’Austria-Ungheria Elisabetta (conosciuta come Sissi), il re d’Italia Umberto I, il presidente degli Stati Uniti Mc Kinley.La dottrina sociale del cattolicesimo
La Chiesa cattolica avvertì la necessità di proporre ai lavoratori un programma alternativo a quello socialista. Le organizzazioni socialiste cominciavano infatti ad avere molto seguito e ciò preoccupava la Chiesa, perché esse erano indifferenti alle questioni religiose. Il socialismo era nato dall’industrializzazione e dalla formazione della classe operaia. Perciò la Chiesa doveva proporre una sua teoria adeguata ai tempi, allo scopo di dialogare con gli operai e di conquistarli al cattolicesimo.Le «Cose nuove» di Leone XIII
La crescita dei sindacati
In molti paesi europei, le organizzazioni sindacali erano cresciute di numero e di iscritti. Agli inizi del Novecento, in Inghilterra erano associati ai sindacati circa 4 milioni di lavoratori, in Germania circa 3 milioni. Gli industriali, i grandi proprietari terrieri e i governi dovettero accettare la presenza organizzata dei lavoratori, cioè accettare di parlare con i rappresentanti sindacali per decidere come fare i contratti di lavoro. Ciò significa che le condizioni del lavoro (stipendio, orario, pause, ferie, diritti e doveri dei lavoratori e degli imprenditori) erano discusse e contrattate tra proprietari delle imprese e sindacati. Gli operai potevano usare l’arma dello sciopero per dare più forza alle loro richieste.LEGGERE le FONTI
Il pensiero sociale di Leone XIII
GLOSSARIO
Enciclica
È una lettera ufficiale che un papa scrive ai vescovi e a tutti i fedeli su argomenti di particolare rilievo. Le encicliche hanno come titolo le prime parole del testo. Quella di Leone XIII si intitola Rerum novarum, che significa «Delle cose nuove».
Proletario / Proletariato
Letteralmente significa: «persona talmente povera da non avere altro bene che la prole, cioè i figli». Il vocabolo è usato per indicare operai, braccianti e, in genere, i lavoratori più poveri. Il proletariato è la classe sociale composta dai proletari, cioè l’insieme dei lavoratori più poveri della società.
Unirsi per contare di più
Un partito socialista anche in Italia
Intanto, tra il 1880 e il 1890, agitazioni e scioperi di contadini e di operai, in particolare nella Pianura padana, dimostrarono la forza del movimento popolare. Erano le premesse della fondazione del Partito socialista italiano, avvenuta a Genova nel 1892 per opera di Filippo Turati, un intellettuale milanese, e della sua compagna, l’esule russa Anna Kuliscioff. Il nuovo partito era favorevole a un graduale miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro della classe operaia, da raggiungersi con le riforme e con le conquiste sindacali.UNA DONNA PER IL SOCIALISMO
Anna Kuliscioff, nata a Mosca nel 1857, si trasferì da ragazza in Svizzera, dove fece le sue prime esperienze politiche. In Svizzera arrivavano i russi costretti a lasciare il loro paese perché rivoluzionari o anarchici, o comunque oppositori dello zar. Conobbe l’esule italiano Andrea Costa, che divenne suo compagno e al quale diede una figlia. Visse quindi in Francia, dove fu per due volte arrestata per cause politiche. In Italia si unì al socialista Filippo Turati, di cui fu compagna per tutto il resto della vita. Sostenne i diritti delle donne (al voto, alla maternità tutelata, alla parità tra uomo e donna). Pur non avendo nessuna carica nel Partito socialista, esercitò un’influenza significativa. Di qui il motto di spirito che circolava in Europa: «I socialisti italiani possono vantarsi di avere un vero uomo nelle loro file, e non è né un uomo né un italiano»
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